Facebook di nuovo al centro delle polemiche in Francia, dopo che la redazione locale di Metro ha parlato nei giorni scorsi della presunta pubblicazione di messaggi privati nella Timeline pubblica degli utenti. A tenere banco è ora la dichiarazione di Fleur Pellerin (Ministro delegato alle Piccole e Medie imprese, all’Innovazione e all’Economia), un invito rivolto agli iscritti del social network affinché questi prendano coscienza del rischio e insorgano facendo causa alla società di Mark Zuckerberg.
Non sono state sufficienti le spiegazioni fornite dai portavoce del gruppo ai rappresentanti del governo, che hanno evidenziato come i messaggi incriminati non siano in realtà privati ma condivisi pubblicamente dall’utenza nel periodo compreso tra il 2007 e il 2009. Alla base del fraintendimento, dunque, ci sarebbe la “memoria corta” di chi utilizza Facebook e non un problema tecnico della piattaforma come ipotizzato inizialmente.
In sintesi, un numero non indifferente di utenti ha visto vecchi elementi condivisi da (o con) i propri amici negli anni passati riproposti sul proprio profilo personale. Non si tratta però di estratti da conversazioni private sfuggiti per errore, nonostante da più parti si sia gridato allo scandalo. Facebook, va detto, non è nuova a scivoloni di questo tipo: difficile dimenticare il giorno in cui è stato sufficiente sfruttare la pagina di l’anteprima del profilo per sbirciare tra le chat dei propri contatti.
In questo caso però non è accaduto nulla di simile e, come ribadito dai vertici societari, basta imparare a utilizzare gli strumenti messi a disposizione per nascondere o eliminare definitivamente messaggi e altri contenuti ormai caduti nell’oblio. Nel frattempo, complici anche le polemiche suscitate, il titolo fa segnare un ennesimo record negativo sull’indice NASDAQ della borsa statunitense.