Altro -2.72% in borsa e le azioni Google scendono ai minimi toccati da un anno a questa parte: era il marzo del 2007 quando le azioni erano a quota 440 dollari, ora il livello è quello di 444 e la caduta si fa pericolosa. Il titolo del gruppo di Mountain View, infatti, è in caduta libera (in buona compagnia, peraltro) da inizio anno con perdite cumulative ormai nell’ordine del 37%. Dopo i massimi di dicembre a quota 718 dollari il titolo non ha più vissuto momenti aurei come nei mesi precedenti (sempre in ascesa) ed il nuovo assestamento costringe ad un ripensamento sulle reali opportunità di acquisto delle azioni GOOG.
L’ultima caduta ha anche nome e cognome: Sheryl Sandberg, alto responsabile Google, ha infatti abbandonato il gruppo trovando nuova sistemazione presso Facebook. Ma non trattasi solo di una dipartita: ogni elemento di questo passaggio ha in sé semi di particolare significato, tali da gettare un’ulteriore spruzzata di pessimismo in un momento particolarmente delicato del gruppo nel contesto recessionario USA.
Sheryl Sandberg ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita di Google fin dal lontano 2002 ed ora, pur con parole di elogio nei confronti di Mountain View, passa le consegne abbandonando la propria posizione di Vice Presidente global online sales. Sandberg giunge a Facebook posizionandosi al numero due della gerarchia del team guidato da Mark Zuckerberg. Forbes non esita a definire Sandberg “mentore”, vedendo in lui una posizione di “chioccia” in grado di pilotare in modo adeguato la visione del giovane Zuckerberg nella crescita del social networks.
500 dipendenti, 100 milioni di dollari di entrate annue, una importante partecipazione Microsoft ed il ruolo di anti-MySpace già guadagnato numeri alla mano: Facebook rappresenta oggi la frontiera più promettente e Sheryl Sandberg (in forze a Facebook a partire dal 24 marzo) ha probabilmente cercato nuove ambizioni piuttosto che rimanere ove il mercato viene ormai guardato dall’alto verso il basso. La sua ammirazione per Zuckerberg si è manifestata peraltro fin da subito con parole di elogio nei confronti del 23enne, il quale ha peraltro immediatamente corrisposto pubblicamente tutta la propria stima per il nuovo Chief Operating Officer.
Il parallelismo tra il primo Google e l’attuale Facebook è giocoforza obbligato: il fascino della start-up arrembante è ora appannaggio del gruppo di Zuckerberg e la collaborazione di Sandberg tornerà preziosa in questo momento di investimenti importanti per il futuro.
Google, lungi dall’essere sull’orlo di una crisi (anzi), deve invece scontare lo sgretolarsi dell’immagine della start-up dei miracoli per affrontare le difficoltà di gestione nel momento in cui non si hanno a cadenza regolari trimestrali di cassa in grado di stupire tutti. Se il titolo è sceso quasi del 40%, insomma, non è per una debacle di mercato, ma solo per una diminuzione degli orizzonti potenziali di breve periodo: la recessione tocca tutti ed il mercato dell’advertising potrebbe pagarne dazio più di altri.