Facebook non naviga di certo in buone acque. L’azienda di Zuckerberg ha fatto registrare un disastroso esordio in Borsa, con il valore delle azioni crollato subito dopo l’ingresso e che alla chiusura di ieri ha fatto segnare un ennesimo ribasso a 20,88 dollari. Come se non bastasse, a questo si aggiunge un’accusa piuttosto pesante nei confronti di come la società gestisce il proprio advertising: secondo un inserzionista, il social network utilizza dei bot per fare click sulle pubblicità.
L’accusa mossa da Limited Run, piattaforma online per la vendita di musica, è piuttosto grave e, se verificata, rischia di mettere Facebook in una situazione complessa. L’azienda ha deciso negli ultimi mesi di sviluppare in proprio un software in grado di analizzare l’efficacia dei propri banner posizionati sulle pagine del social network, così da non essere soggetta a eventuali errori di valutazione da parte di strumenti come Google Analytics. Questo ha permesso di scoprire che circa l’80% dei click non è effettuato da persone reali, bensì da bot.
A sostegno di questa tesi, Limited Run cita due dati in particolare: l’assenza di un user agent conosciuto per i click ricevuti (quindi non proveniente da browser come Chrome, Internet Explorer, Safari, Firefox o altri) e il fatto che questi tutti sono stati effettuati da “utenti” con JavaScript disattivato, una scelta poco comune tra chi naviga normalmente in Rete. Per questo motivo, la startup ha deciso di interrompere il contratto con Facebook, scegliendo di indirizzare altrove i propri investimenti.
Il colosso guidato da Mark Zuckerberg per il momento non ha reso nota la propria posizione ufficiale sulla vicenda, limitandosi a dichiarare che “sta indagando” per scoprire se si tratta di una situazione reale o frutto di una valutazione errata da parte dell’ex cliente.