Risale al 2017 durante l’annuale conferenza F8 l’annuncio di Facebook, che dichiarò di essere al lavoro a un’interfaccia per collegare il cervello umano al computer tramite dispositivi indossabili, ad esempio degli occhiali per la realtà aumentata.
Sono arrivati degli aggiornamenti sul progetto dell’interfaccia per computer che legge il cervello, grazie a un team di scienziati sostenuti da Facebook Reality Labs presso l’Università della California, San Francisco. I ricercatori dell’UCSF hanno appena pubblicato i risultati di un esperimento per decodificare il discorso delle persone usando elettrodi impiantati. Il loro lavoro dimostra un metodo per “leggere” rapidamente intere parole e frasi dal cervello: questo avvicina sempre di più a un sistema non invasivo di digitazione del pensiero.
Attualmente esistono già interfacce cervello-computer con cui le persone possono scrivere, ma questi sistemi spesso chiedono loro di scrivere singole parole con una tastiera virtuale. In questo esperimento, pubblicato oggi su Nature Communications, i soggetti hanno invece ascoltato le domande a risposta multipla e hanno espresso le risposte a voce alta. Una serie di elettrodi ha registrato le attività in alcune parti del cervello associate alla comprensione e alla produzione del linguaggio, per trovare degli schemi che corrispondessero a parole e frasi specifiche, in tempo reale.
Facebook sul blog ufficiale ha detto che i ricercatori ora sono in grado di decodificare un piccolo insieme di parole e frasi in tempo reale. Nella pratica, ad esempio un partecipante all’esperimento ha sentito qualcuno chiedere “quale strumento musicale ti piace ascoltare“, rispondendo con una delle diverse opzioni come “violino” o “batteria” mentre veniva registrata la sua attività cerebrale. Il sistema ha decodificato sia le domande che le risposte.
Grazie ad alcuni algoritmi i ricercatori sono in grado di “leggere i pensieri” dei partecipanti: l’obiettivo a lungo termine in realtà sarebbe quello di decodificare i “discorsi silenziosi” per pazienti ad esempio affetti da lesioni cerebrali. I ricercatori hanno dichiarato che la lettura da parte degli elettrodi impiantati in tre persone sono state accurate nel 61% dei casi: un giorno potrebbe essere creato uno strumento non invasivo quindi a chi soffre di disturbi legati alla comunicazione.
Potrebbero essere degli occhiali AR in grado di interpretare l’attività neurale di chi li indossa, ma attualmente non sono disponibili informazioni sulle direzioni che prenderà questo progetto e ovviamente se arriverà mai su mercato. L’obiettivo finale è ancora lontano, perché Facebook vorrebbe codificare 100 parole al minuto, con un vocabolario di almeno 1000 termini.