Negli ultimi anni soprattutto dopo lo scandalo Cambridge Analytica e le elezioni statunitensi del 2016 è aumentato sicuramente il discorso attorno a come i personaggi politici possono usare Facebook. Tra l’altro il social network negli ultimi mesi si è schierato contro i discorsi d’odio dei suprematisti bianchi, cancellando pagine account in diverse parti del mondo. In Italia ha fatto discutere anche il completo azzeramento di Casapound e Forza Nuova sul social network.
Ora arrivano nuove regole annunciate da Nick Clegg, che è stat vice primo ministro del Regno Unito tra il 2010 e il 2015, mentre ora ricopre il ruolo di responsabile degli affari globali e della comunicazione in Facebook. Ci sono nuove regole sui contenuti pubblicati dai politici, espressi durante il festival della rivista The Atlantic e poi riportati sul blog ufficiale.
I post dei politici innanzitutto non saranno sottoposti alle normali linee guida di Facebook, a meno che incitino alla violenza o siano contenuti pubblicitari. Il risultato sarà che quando un politico pubblica un contenuto che viola le linee guida del social, non sarà comunque cancellato. Questo perché vale la regola della “newsworthiness”, cioè che un post di un politico deve essere considerato di interesse pubblico, anche se diffonde notizie non vere. Ci sono quindi solo due eccezioni: i post che possono causare violenza e danni nel mondo reale e quelli a pagamento. Ecco cosa ha detto Clegg:
Facciamo affidamento a fact-checker di terze parti per aiutare a ridurre la diffusione di notizie false e altri tipi di disinformazione virale, come meme, foto e video manipolati. Non crediamo, tuttavia, che per noi sia un ruolo appropriato arbitrare i dibattiti politici e impedire che il discorso di un politico raggiunga il suo pubblico. […] Tuttavia, quando un politico condivide contenuti precedentemente sottoposti a debunking, inclusi collegamenti, video e foto, abbiamo in programma di ridimensionare tali contenuti, mostrando una nota che rimanda alla verifica dei fact-checker o e rifiutarne l’inclusione negli annunci pubblicitari.
Insomma secondo Clegg Facebook ha sì la responsabilità di proteggere la piattaforma da interferenze esterne, ma non è suo compito intervenire su quello che dicono i politici, riportando anche il tennis come esempio:
Il nostro compito è assicurarci che il campo sia pronto: la superficie è piatta, le linee dipinte, la rete all’altezza corretta. Ma non raccogliamo una racchetta e iniziamo a giocare. Il modo in cui i giocatori giocano dipende da loro, non da noi.