Di tutte le novità annunciate da Facebook durante la keynote di Mark Zuckerberg in live streaming dalla conferenza f8, una su tutte inciderà in modo radicale nel futuro del social network e dell’esperienza degli utenti. Trattasi infatti di un cambiamento che va ad incidere sul cuore stesso di Facebook: è nato il nuovo Open Graph.
Concettualmente Facebook è passato da un network di persone, ad un network di entità, ad un network di azioni. Il “grafo” è la tela su cui l’utente dipinge la propria esperienza sul network, ed è pertanto la trama su cui tutto viene composto: prima c’erano le semplici amicizie, quindi sono giunti i “mi piace”, mentre ora è tutto parcellizzato in una esplosione di azioni che mettono in relazione utenti e contenuti. Il nuovo Open Graph diventa così una trama fitta di relazioni e di entità le quali, messe in fila in ordine cronologico, vanno a disegnare le varie Timeline di ognuno degli 800 milioni di utenti iscritti al network.
Quel che cambia a fondo, soprattutto, è il rapporto tra le persone e le applicazioni poiché queste ultime diventano lo strumento attraverso cui il grafo viene composto. Ogni singola applicazione, infatti, potrà determinare una specifica azione il cui rapporto con il contenuto è quello tra verbo e complemento oggetto:
Tizio Caio ha letto il libro Taldeitali
Il nome dell’utente viene affiancato all’azione ed il verbo configura il rapporto tra l’utente ed il contenuto segnalato. In questa espressione prende forma la nuova condivisione su Facebook, la quale va a comparire tra i “ticker” (colonna destra, già attivata sulla maggior parte delle bacheche, una sorta di flusso continuo delle azioni dei propri amici) lasciando i contenuti più importanti alla colonna centrale. Ogni ticker consente di condividere la medesima azione ed il medesimo contenuto. Se Tizio Caio sta ascoltando una canzone su Spotify, ad esempio, il suo amico Sempronio potrà fruire del medesimo contenuto in presa diretta ed in questo passaggio saranno avvenute al tempo stesso due promozioni: sia della canzone, sia di Spotify. Stesso esempio può valere per Netflix, per le scarpe Nike+, per un articolo sul Washington Post o per qualsivoglia altro servizio progettato per interagire con l’Open Graph.
Nella presentazione Facebook è chiaro: ogni nuova applicazione dovrà nascere con un cuore “social”. Maggiore è il coinvolgimento dell’utenza, maggiore è il successo dell’app. L’applicazione che più saprà scrivere sull’Open Graph meglio saprà incidere sulle vite degli utenti e quindi meglio saprà far parlare di sé, moltiplicare il proprio verbo e radicare il proprio successo.
Il nuovo Facebook aprirà i battenti a partire dal 30 settembre (con un piccolo trucco è possibile attivarlo fin da subito in anteprima privata). Da quel giorno le applicazioni inizieranno poco alla volta a scrivere sulle Timeline di 800 milioni di utenti, riempiendo così in automatico gli spazi vuoti tra un aggiornamento di status e un altro, tra un appuntamento ed un aggiornamento di status, tra una immagine ed un video. 800 milioni di utenti comporranno online la propria autobiografia scrivendola giorno dopo giorno su un supporto denominato Open Graph. Facebook ne sarà la copertina. E l’editore.
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