Così come preannunciato, Facebook ha ufficializzato il proprio impegno per rivedere il codice PHP su cui è basato il social network. Il nome è quello di “HipHop PHP“, qualcosa su cui il social network punta in modo sostanziale grazie alle opportunità offerte tanto in quanto a miglioramento delle performance, quanto in merito al forte risparmio di denaro permesso dal nuovo codice.
«Uno dei valori chiave di Facebook è la rapidità. Per i passati 6 anni, siamo stati in grado di realizzare molto grazie al rapido sviluppo che PHP offre. Come linguaggio di programmazione, PHP è semplice. Semplice da imparare, semplice da scrivere, semplice da leggere e di semplice debug. Siamo in grado di ottenere nuovi ingegneri con molta più velocità con PHP che non con altri linguaggi, il che ci permette di innovare rapidamente». Nella presentazione, firmata Haiping Zhao, è confermato il fatto che l’esperimento è in sviluppo da 2 anni con risultati eclatanti: in media la riduzione del carico delle singole pagine sui server è pari al 50%.
Non è però rigorosamente corretto considerare “HipHop” come un compiler. «Piuttosto è un trasformatore di codice sorgente. HipHop trasforma automaticamente il tuo codice sorgente PHP in un ottimizzato C++ e quindi usa g++ per compilarlo». HipHop, quindi, funziona semplicemente come un traduttore in grado di permettere una facile programmazione ed il relativo conseguimento di importanti risultati non ottenibili semplicemente con PHP.
300 mila linee di codice rilasciate sotto licenza open source su GitHub: così Facebook conta di raccogliere attorno al proprio progetto un numero crescente di sviluppatori, in modo da poter migliorare ulteriormente le performance del progetto (da cui proprio Facebook può ottenere i risultati maggiori). Da Twitter giunge il commento di Rasmus Lerdorf, padre del PHP, il quale considera «cool» il nuovo HipHop, ma sottolinea come possa restituire risultati davvero interessanti soltanto per progetti di maggior complessità.