C’è una feature di Facebook che integra localizzazione e contenuti dal social graph, così potente che potrebbe mandare in soffitta FourSquare, Yelp e Tripadvisor. Eppure non la conosce quasi nessuno. Facebook Places è un caso particolare di implementazione silenziosa, ma il social network di Menlo Park è pronto al salto di qualità.
Ne hanno parlato in tanti, in queste settimane, citando l’ottima intuizione del blogger italiano Matteo Gamba, che ha linkato Facebook Places sottolineando le qualità della nuova versione e sottolineando le potenzialità messe in campo nel momento in cui il social più popolato del mondo sta utilizzando tutto ciò che sa degli utenti e ciò che sta accadendo in una posizione geografica specifica per fornire suggerimenti personalizzati, secondo lo slogan “scopri luoghi stupendi in ogni città”.
Sembra che Facebook abbia raggiunto un punto in cui più parti della piattaforma (posizione, ricerca, mobile, brand) stanno finalmente convivendo. Alimentati dalla quantità incredibile di dati demografici e di interesse, tutti questi elementi possono essere abbinati tra loro, individuando l’esperienza di una scoperta locale su base individuale.
Facebook può guardare certe coordinate sulla mappa e valutare quello che è successo in passato, ciò che sta accadendo ora e ciò che sta per accadere in futuro. (…) Quella che oggi è solo una caratteristica del tutto sepolta all’interno della principale app Facebook potrebbe facilmente essere sviluppata come progetto indipendente.
Cosa fa Facebook Places
Per capire cosa fa il nuovo Facebook Places basta scrivere il nome della propria città: il risultato è sorprendente, ricco, utile. La pagina restituisce dalla directory principale i collegamenti visivi per locali popolari e consente agli utenti di sfogliare un elenco di città di tutto il mondo, dall’Afghanistan allo Zimbabwe (questa è quella di Milano). Però non si limita a questo.
La pagina è strutturata in 6 categorie: Ristoranti, Hotel, Bar, Caffè, Attrazioni pubbliche, Arte e intrattenimento; dipende anche dalle dimensioni della città, alcune di queste potrebbero anche non esserci, ad esempio gli hotel. Ognuna di queste categorie riproduce un quadro di varie immagini tra le più selezionate dagli utenti, coi loro voti. Più ci si addentra nelle sezioni, più si trovano informazioni: località, numeri di telefono, indirizzi, orari di apertura, prezzi, e naturalmente la media dei voti – espressa in stellette – e i commenti degli amici, che scorrono sotto le immagini e pescano dal feed. Nella parte inferiore della pagina, altre categorie meno rilevanti (palestre, cinema, scuole, teatri, supermercati, luoghi di vario interesse e punto di riferimento) sono raggruppati in un’altra sezione e tutto è scorrevole in deep e per vicinanza di temi o di luoghi.
I metadati sono il segreto
È evidente che Facebook sta raccogliendo il frutto degli investimenti fatti nella geolocalizzazione, ed è probabile che anche le recenti novità sulla policy della riservatezza dei dati servano al social per strutturare questa feature su una base solida, che assicuri l’uso migliore dei metadati: il segreto dietro Facebook Places. Mark Zuckerberg mostra di avere in mente un Facebook in grado di mettere assieme cose che oggi sono frazionate nell’universo del social network: immagini, commenti, recensioni, post e attività delle pagine commerciali, query tramite Graph Search, fino al fatidico momento, già più volte annunciato da Menlo Park, nel quale si potrà avere una risposta algoritmica – fino a pochi anni fa impensabile – a domande complesse come “dov’è il miglior ristorante italiano a New York dove sono stati di recente alcuni amici dei miei amici?”.
Ovviamente, la forza commerciale di questo servizio supera Google e il sistema delle recensioni anonime o di sconosciuti di Yelp e altri servizi, e farebbe entrare il social network nel settore, fin qui poco esplorato, del business locale delle piccole e medie aziende.