Mark Zuckerberg continua a coltivare il suo sogno di portare gli utenti in una nuova dimensione virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar, ovverosia quella del Metaverso. Così, dopo il recente cambio di nome della sua azienda e i visori realizzati in collaborazione con Ray-Ban (che però non sembrano aver conquistato il cuore dell’utenza, anche a causa di questioni legate alla privacy), ecco arrivare lo smartwatch Meta. L’orologio, che dovrebbe essere lanciato entro il 2022, è stato “svelato” da Bloomberg, che ha anche pubblicato in esclusiva una foto render di quello che dovrebbe essere il prototipo. Il condizionale in questi casi è però d’obbligo, ovviamente, trattandosi comunque di un leak.
Si chiamerà Milano lo smartwatch per il metaverso?
Secondo quanto riportato dallo sviluppatore Steve Moser, l’immagine pubblicata da Bloomberg è stata ritrovata all’interno dei codici dell’app View, che viene utilizzata anche dai sopracitati occhiali Smart, insieme ad altri dettagli, come il nome dell’orologio, che si chiamerebbe “Milano”. Il Meta Watch dell’immagine, che ricorda molto da vicino un Apple Watch, appare differente rispetto a quello rivelato in anticipo da The Verge lo scorso giugno, e si presenta con una fotocamera sullo schermo, all’interno di un piccolo notch nella parte inferiore.
Grazie a essa dovrebbe essere possibile realizzare foto e video da inviare con ogni probabilità poi direttamente a Facebook View. L’app, come avviene per le Ray-Ban Stories, dovrebbe in tal senso consentire agli utenti di creare contenuti unici usando format creativi, e condividerli con amici e familiari su Facebook, Instagram, Messenger, WhatsApp e altri social. Il dispositivo dovrebbe essere poi animato inizialmente dal Wear OS di Google, in attesa di un nuovo sistema operativo proprietario previsto per il 2023, dunque con la seconda generazione di orologi.
Ad ogni modo, con questa tipologia di prodotti, il CEO di Meta Mark Zuckerberg mira da un lato a farne una serie di chiavi d’accesso per una vita sempre più connessa al mondo virtuale, quella da lui definita “il successore di Internet mobile”, dall’altro a costruire i “suoi” dispositivi consumer per eludere Apple e Google, che attraverso i loro device ospitano Facebook e ne “controllano” quindi in gran parte la capacità di raggiungere le persone, e con i quali l’azienda ha iniziato da tempo una “guerra” sulla questione privacy e pubblicità mirata, importantissima nel business del gruppo di Zuckerberg.