Messo alle strette dal fiasco comunicativo relativo al tentativo di attacco all’immagine di Google e messo all’angolo dalle critiche per la sicurezza dei propri sistemi, Facebook ha dovuto difendersi sul primo punto ed attaccare sul secondo. In relazione a Google, il gruppo ha ammesso il tentativo di discredito messo in atto tramite public relation per tentare di frenare l’attacco del colosso al mondo del social networking; in relazione alla sicurezza, invece, il gruppo passa all’azione con alcune misure immediate.
La prima misura punta ad interrompere alcune catene virali che hanno portato sul social network una sequela di fastidiosi “passaparola” relativi ad argomenti di varia natura. Trattasi di azioni involontarie da parte degli utenti che, al solo click su una immagine o un link testuale, vedono pubblicato il messaggio sulla propria bacheca perpetrando il messaggio e moltiplicandone l’eco. D’ora in poi Facebook chiederà agli utenti di confermare il proprio “like”, così che l’azione possa essere certificata. Non si tratta probabilmente di una misura risolutiva a titolo assoluto, ma è comunque una precauzione dovuta che volge nella giusta direzione.
La seconda misura è invece portata avanti in collaborazione con Web of Trust (WOT), gruppo finlandese che è in grado di garantire la bontà di 31 milioni di siti Web. La partnership consentirà a Facebook di aggiungere una nuova misura di certificazione: se l’utente clicca su un link potenzialmente pericoloso, un messaggio di allarme andrà a frapporsi tra l’utente ed il sito di destinazione consentendo all’utente stesso di tornare sui propri passi evitando di incappare nel tranello.
La terza misura introdotta è il login certificato, un sistema di controllo che si basa sull’invio di un codice via mobile per autenticare l’accesso presso un nuovo device. Se dunque un malintenzionato tentasse l’accesso da un nuovo pc, Facebook invierà una notifica via mobile per chiedere conferma ed accettazione: si avrà sempre a portata di mano quanto sta succedendo e nessuno potrà così autenticarsi soltanto con il nome e la password (spesso facilmente intuibili, se non direttamente trafugati in qualche modo).
I nuovi interventi vanno ad aggiungersi a quelle intraprese già nei mesi passati, offrendo così in poco tempo a Facebook un muro di protezione sempre più complesso ed organico. Ed è questa una misura obbligata quando all’interno di quel muro v’è una cittadinanza che supera ormai il mezzo miliardo di persone da tutto il mondo.