Glen Mangham, studente e programmatore informatico che lo scorso anno utilizzò l’account di un dipendente del team di Mark Zuckerberg per violare i server di Facebook, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a otto mesi di carcere.
Secondo quanto riportato, le intenzioni del giovane non erano malevole, piuttosto l’intento era quello di compilare una relazione sulla vulnerabilità del sito che avrebbe successivamente inviato al team di Mark Zuckerberg che si occupa della sicurezza della piattaforma.
Facebook temeva inizialmente una mossa di spionaggio industriale e aveva chiesto l’aiuto dell’FBI per risolvere l’attacco informatico subito. Ingente la somma di denaro spesa da Mark Zuckerberg & Co. per risolvere la situazione, pari a 200 mila dollari. Lo studente era riuscito a crackare l’account di un dipendente Facebook mentre era assente dal lavoro per vacanza, e pertanto sarebbe riuscito in tal modo a ottenere privilegi di accesso interno.
In base a quanto comunicato dall’accusa, Mangham è riuscito a sottrarre a Facebook proprietà intellettuali di alto valore, che avrebbe poi caricato e salvato sul proprio hard disc esterno. Azione grave di social media cracking che è valsa allo studente otto mesi di detenzione e che probabilmente rimarrà nel tempo come uno degli attacchi più gravi mai registrati dal social network in blu.