I termini di servizio di Facebook sono conosciuti per essere eccessivamente lunghi e di difficile comprensione. In effetti non è l’unica società ad avere questo problema: i termini di servizio sono di solito un muro di testo difficile e noioso da decifrare, ma dopo le continue pressioni della Commissione Europea pare che il colosso di Menlo Park sia corso ai ripari.
Il gigante dei social media ha svelato un aggiornamento del suo accordo con gli utenti, che ha l’obiettivo di spiegare meglio come guadagna la società e cosa succede quando rimuove i contenuti. Questi cambiamenti non sono avvenuti spontaneamente: lo scorso aprile la Commissione Europea ha praticamente costretto Facebook a precisare che guadagna vendendo pubblicità mirate e basate sui dati degli utenti. Di conseguenza, la società ha accettato di rivedere le sue condizioni pubblicamente entro la fine di giugno.
Il termine “aggiornamento” viene usato frequentemente nell’annuncio della società, anche se questi cambiamenti assomigliano più a dei chiarimenti. In particolare Facebook ha ottimizzato alcune sezioni delineando il modo in cui la società guadagna, le sue politiche per la rimozione dei contenuti, i diritti di proprietà intellettuale degli utenti e cosa succede quando gli utenti eliminano un contenuto.
La sezione sulla rimozione dei contenuti aggiunge una spiegazione alla “limitazione dei contenuti”: questo cambiamento è probabilmente il risultato di recenti casi in cui Facebook ha etichettato contenuti discutibili con un disclaimer anziché rimuoverli, tra cui quelli riguardo la propaganda anti-vax. Un’altra sezione spiega il processo di ricorso che gli utenti possono seguire se il loro contenuto viene rimosso.
Se rimuoviamo i contenuti che hai condiviso in violazione dei nostri standard comunitari, ti comunicheremo qualsiasi opzione per richiedere una revisione, a meno che tu non violi seriamente o ripetutamente i presenti Termini o se ciò possa esporre noi o altri a responsabilità legale, danneggiare la nostra comunità di utenti, compromettere o interferire con l’integrità o il funzionamento di uno qualsiasi dei nostri servizi, sistemi o prodotti.
L’aggiornamento chiarisce inoltre che gli utenti sono proprietari delle foto e dei contenuti che caricano su Facebook. Il tempismo di Facebook per questo aggiornamento non è di certo casuale. Le autorità di regolamentazione di tutto il mondo stanno esaminando attentamente la risposta dell’azienda all’odio e alla propaganda. Non è ancora chiaro al 100%, a un anno e mezzo dallo scandalo di Cambridge Analytica, come Facebook tratti i dati degli utenti. I nuovi termini di servizio entreranno in vigore dal 31 luglio, per ora si può consultare un’anteprima.