Facebook ha grandi ambizioni. Il CEO ha appena 23 anni, ma le idee molto chiare. Il social network è oggi il numero due degli Stati Uniti e raccoglie grossomodo la terza parte dell’utenza MySpace, ma al tempo stesso il gruppo ha già rifiutato offerte miliardarie da Yahoo e da più parti è visto come l’unica vera minaccia all’impero di Rupert Murdoch. Bebo, in terza posizione, vive una grande crescita ma è al momento fuori dai giochi.
Facebook è nato come un piccolo social networks popolare solo nell’ambito dei campus accademici. La sua forte identità lo ha però portato a crescere poco alla volta ed in queste ore il grande passo è stato annunciato: Facebook si apre ad una moltitudine di nuovi usi che potranno incoraggiare l’apertura di nuovi profili, trattenere l’utenza più a lungo ed offrire tutto quanto necessario per garantire una migliore esperienza di social networking.
Mark Zuckerberg, fondatore del gruppo, spiega chiaramente che intende trasformare la propria creatura in un «sistema operativo sociale». Per realizzare le palesate ambizioni la piattaforma Facebook è stata aperta all’interazione di aziende terze, le quali potranno ora liberamente sviluppare tool da offrire agli utenti del network offrendo così valore aggiunto a tutte e tre le parti in causa. I primi ad avventurarsi nella produzione di gadget sarebbero, secondo quanto comunicato dal Washington Post, lo stesso editore (per un progetto di indirizzo politico), Microsoft (il quale spingerà Popfly verso il network) e Amazon (pronto a un widget per consigli e acquisti relativi al mondo dei libri), nonchè Twitter e Photobucket.
A quanto pare Facebook punterebbe soprattutto sull’incostanza dell’utenza più giovane per proporre gadget in grado di dissuadere dal passaggio ad altri canali come MySpace e rappresentando parallelamente una forte attrattiva in grado di fomentare ulteriormente la crescita incredibile del 3% registrata ogni singola settimana. La nuova iniziativa, secondo quanto spiegato da Zuckerberg, non fa che rafforzare l’idea per cui Facebook intenda rimanere indipendente per potersi sviluppare in tranquillità. Per Yahoo ed altri pretendenti, dunque, al momento non v’è margine di trattativa.