Facebook vuole essere riammesso in Cina e quindi avrebbe deciso di realizzare uno strumento di censura che potrebbe nascondere i messaggi degli utenti che appaiono nel News Feed a seconda della loro area geografica di appartenenza. Secondo il The New York Times, dunque, il social network starebbe sviluppando un tool in grado di bloccare post contenenti argomenti “proibiti” condivisi dagli utenti cinesi. La realizzazione di questo strumento avrebbe causato non poche controversie all’interno del social network con molti sviluppatori che avrebbero protestato apertamente per la scelta.
Facebook è stato bandito dalla Cina dal 2009. Come molte aziende di tecnologia degli Stati Uniti, Facebook ha cercato a lungo un modo per tornare. La Cina, infatti, vale 1.3 miliardi di utenti che potenzialmente significano un consistente aumento delle entrate pubblicitarie se una buona parte dovesse iscriversi al social network. Google aveva costruito una versione del suo motore di ricerca che rispettasse le linee guida della Cina, ma si ritirò dal paese nel 2010 dopo una serie di attacchi informatici probabilmente sovvenzionati dalla Cina stessa. Più di recente, Uber è uscito dal mercato cinese con una rapida vendita della sua attività locali.
Secondo la fonte, Facebook affiderebbe ad una società di terze parti il compito di censurare i messaggi all’interno del News Feed. La notizia arriva nel bel mezzo di una discussione nazionale sulla crescente potenza di Facebook come distributore di notizie, sul suo ruolo nel contenere la diffusione di menzogne e notizie false, e sulla possibilità che il suo rifiuto di adottare standard editoriali possa aver influenzato le elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
Ma l’esistenza di uno “strumento di censura” potrebbe consentire ai censori di manipolare l’opinione pubblica direttamente, impedendo essenzialmente agli utenti di condividere articoli che possano offendere lo stato. Una volta introdotto, potrebbe essere utilizzato non solo in Cina ma anche in altri paesi su richiesta delle autorità governative e potenzialmente non solamente nei paesi dispotici e poco democratici.
Il Times ha avvertito che questo strumento di censura è uno dei diversi approcci che Facebook ha considerato ma che, comunque, potrebbe anche non essere introdotto ufficialmente. Facebook, sull’argomento, è intervenuto affermando che il mercato cinese gli interessa e proprio per questo sta studiando il paese. Tuttavia non sarebbe stata fatta ancora alcuna scelta sull’approccio da adottare. Attualmente, l’obiettivo è quello di aiutare le imprese cinesi e gli sviluppatori ad espandersi in nuovi mercati al di fuori della Cina, utilizzando la piattaforma di annunci.