Facebook cresce, ma rischia una multa piuttosto salata, dai 3 ai 5 miliardi di dollari. Potrebbe essere comminata da parte della Federal Trade Commission (FTC), l’agenzia governativa statunitense, che dal marzo del 2018 ha aperto un’inchiesta sul social network sullo scandalo Cambridge Analytica. Questa società ha avuto accesso a 87 milioni di utenti Facebook senza avere il loro diretto consenso. Facebook corre quindi ai ripari, iscrivendo in bilancio 3 miliardi di dollari come perdita, in attesa della possibile multa.
L’ultima trimestrale è positiva, ma viene soffocata dall’accantonamento dei guadagni, proprio a causa della quasi imminente multa di FTC. Il calo dell’utile è di 2,43 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2019, con utili pari a 85 centesimi per azione. Gli analisti avevano previsto 1,61 dollaro e la stessa Facebook ha ammesso che senza i 3 miliardi accantonati si sarebbe arrivati a 1,89 dollari. Peccato che proprio nel 2018 c’è stato il suo più grande scandalo, quello che ha fatto comprendere che i propri dati non sono sempre al sicuro.
Questo però non ha fermato i ricavi, provenienti dalla pubblicità, che arrivano a 15,1 miliardi di dollari per il trimestre, con un aumento del 26% anno su anno. Sono aumentati anche gli utenti, ogni giorno ci sono 1,56 miliardi di persone che si collegano a Facebook, +8% rispetto allo stesso periodo del 2018. In generale tra WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger gli utenti sono 2,7 miliardi.
Lo scrive lo stesso Mark Zuckerberg con un lungo post sul suo profilo del social blu, in cui parla anche di future regolamentazioni pubbliche potrebbero danneggiare l’attività in termini economici. Annuncia anche diversi cambiamenti che nei prossimi anni avverranno sulla piattaforma, con l’obiettivo di risolvere i problemi ormai storici di Facebook, “è più importante dei nostri interessi. E credo che dare delle regole contribuirà a creare una maggiore fiducia”. Insomma i cambiamenti che promette il CEO, verso più privacy e crittografia, potrebbe avere un impatto negativo sui ricavi, ma una maggiore affidabilità nel lungo termine verso l’azienda.