Si ritorna a parlare di cookie spioni su Facebook, dopo le relative polemiche che tempo fa videro nel mirino il popolare social network a seguito della scoperta di Ashkan Soltani, il ricercatore che scoprì la presenza del cookie “datr”, in grado di tracciare gli utenti del sito a loro insaputa e violando in questa maniera la loro privacy.
Dopo le furenti polemiche il cookie fu rimosso e insieme a esso fu fatta fuori una parte dello staff di Facebook ritenuta responsabile del problema. Adesso, però, la vicenda sembra essere ritornata in auge, almeno secondo quanto spiegato da Nik Cubrilovic, che ha affermato di aver rilevato nuovamente il cookie tra quelli utilizzati da Facebook per tenere attiva la sessione di login dei propri utenti.
Secondo il social network il cookie ha il compito di assicurare la sicurezza degli utenti, ma questa spiegazione non è servita a placare le critiche, che si aggiungono e vanno a rinforzare la mai del tutto sopita polemica legata alla privacy su Facebook.
Il ritorno del cookie spione è costato per il momento una class action all’azienda americana, chiamata in queste ore a rispondere alle accuse mosse da Perrin Aikens Davis, un utente dell’Illinois che ha deciso di portare il colosso del Web davanti al giudice di San José. Come si può ben capire, comunque, l’accusa non è niente di inedito per Zuckerberg e soci, trattandosi di frode informatica e violazione delle legge in fatto di intercettazioni sulle reti elettroniche.