Facebook ha deciso che dichiarerà i ricavi all’interno dei Paesi in cui li realizzerà. Il social network ha deciso di “cedere” alle pressioni internazionali che vedono mettere sotto accusa le prassi fiscali che molte multinazionali adottano nel tentativo di cercare ogni possibile cavillo pur di ridurre il conto da versare al fisco. Con l’obiettivo di mostrare maggiore trasparenza, soprattutto verso il mondo politico che ha chiesto una maggiore visibilità sul fatturato, Facebook ha deciso di passare ad una “struttura di vendita locale” nei Paesi in cui è presente con un ufficio a supporto alle vendite nei confronti degli inserzionisti locali.
Questo significa che gli introiti pubblicitari realizzati localmente non saranno più registrati dalla sede interazionale di Dublino, ma dalla società presente in quel Paese. Trattasi di un cambiamento molto importante perchè vuole dire che quanto guadagnato in Italia, per esempio, sarà soggetto alla fiscalità italiana. La stessa cosa varrà per la Francia, la Germania e così via. Tuttavia, all’interno del comunicato ufficiale di Facebook manca un dettaglio importante e cioè l’impegno a versare le imposte nei Paesi in cui saranno contabilizzati i guadagni.
Queste importanti modifiche saranno poste in essere dal social network nel corso del 2018 con l’obiettivo di concludere l’intero iter per tutti i suoi uffici entro il 2019. La modifica della fiscalità è un passo molto delicato ed infatti, Facebook evidenzia il grosso sforzo che produrrà per portare a termine questo progetto. Inoltre, siccome ogni Paese dispone di leggi differenti, il social network studierà attentamente le normative locali per rispettarle correttamente ed effettuare questo importante cambiamento di regime fiscale nel modo giusto.
Questa rivoluzione non porterà nessun cambiamento per quanto riguarda le sedi di riferimento di Facebook. Il quartier generale di Menlo Park in California rimarrà il baricentro della società, mentre gli uffici di Dublino in Irlanda continueranno ad essere la sede internazionale della società.
Facebook, come molte altre multinazionali, era da tempo preso di mira dalla politica che chiedeva maggiore trasparenza sui suoi guadagni. Giusto pochi gironi fa, Margrethe Vestager, la Commissaria europea alla concorrenza, aveva ricordato che la scorsa primavera era stato proposta l’introduzione di un sistema di reporting pubblico “country-by-country“. In breve, le multinazionali avrebbero dovuto pubblicare le informazioni sulle tasse che pagano in ogni Paese dell’Unione Europea e le attività che svolgono al loro interno. Proposta che Margrethe Vestager auspicava si potesse tradurre molto presto in legge.
Facebook, dunque, ha deciso di anticipare i tempi e di fare un passo in avanti in questa direzione rendendo molto più trasparenti i suoi bilanci, proprio come la politica richiedeva a gran voce.