Facebook ha comunicato l’avvio di una sperimentazione il cui obiettivo è quello di portare le pagine del social network verso il nuovo protocollo IPv6. Trattasi di un annuncio importante poichè indica l’inizio di un passaggio che si preannuncia storico e cruciale, abbandonando il vecchio ed esausto IPv4 per passare alla realtà destinata ad ospitare la rete che verrà.
Il passaggio ad IPv6, è ormai noto, è un passaggio fondamentale poiché estende considerevolmente il numero dei domini ospitabili. Il protocollo IPv4, infatti, è nato in tempi in cui non era ipotizzabile l’attuale e la futura estensione della rete, dunque è nato all’interno di una dimensione che oggi sta per manifestare i propri limiti. Secondo le ultime stime il protocollo IPv4 ha ancora disponibile l’8% delle proprie risorse, dopodiché è destinato a divenire il collo di bottiglia fondamentale alla crescita del sistema (la deadline è prevista per il 2012). A tal fine è stato progettato l’IPv6, la cui adozione è però stata al momento lenta e non tale da alleggerire il carico sul protocollo precedente.
L’annuncio di Facebook giunge in occasione della Google IPv6 Implementors Conference: gli ingegneri del social network hanno spiegato di voler supportare il cosiddetto Locator/ID Separation Protocol (LISP), e di permettere sui propri router l’adozione contemporanea di IPv4 ed IPv6. Il passaggio alla nuova realtà sarà così mediato da una situazione intermedia ed il completamento del trasloco dovrebbe risultare semplificato.
Facebook ha già creato la propria versione su IPv6 all’indirizzo v6.facebook.com e la traslazione segue a ruota simili manovre in atto presso Google, Comcast e Netflix. Secondo quanto raccolto da PcWorld, il CEO della American Registry for Internet Numbers (ARIN), John Curran, ha chiesto ai grandi gruppi di passare ad IPv6 entro il 1 Gennaio 2012 così da evitare situazioni di rischio e spostare gran parte del traffico già su nuovo protocollo. Facebook conta di giungere all’appuntamento in anticipo, preannunciando pieno supporto ad IPv6 entro metà 2011 (in linea con quanto previsto anche per i siti web legati al Governo USA).