Un servizio esclusivo di Business Insider rivela le origini di Facebook. Un fatto abbastanza noto, ma che assume un significato particolare nelle stesse ore della quotazione in Borsa. Nella chat dell’autunno 2003 con il suo amico Adam D’Angelo – che poi sarebbe entrato in società per creare il social network prima di lasciarlo per dedicarsi a Quora – Mark Zuckerberg mostra di aver sbagliato le previsioni: lui voleva dedicarsi al file sharing.
Lo scoop della testata americana va considerato come l’antefatto immediatamente precedente a quanto raccontato per filo e per segno nel film di David Fincher del 2010. Nell’autunno del 2003, in una chat con l’amico di scuola, Zuckerberg discute dei suoi due progetti mandati avanti contemporaneamente: quello commissionato dai gemelli Winklevoss – e che avrebbe portato alla nota battaglia legale – e quello ideato nella sua stanza di Harvard. La “cosa” Facebook. Dall’incredibile successo, ma tutt’altro che scontato.
- Zuckerberg: Allora sai come sto facendo questo sito di incontri;
- Zuckerberg: Mi chiedo quanto sia simile alla cosa Facebook;
- Zuckerberg: Perché probabilmente verranno rilasciati nello stesso periodo;
- Zuckerberg: A meno che questo ***** di sito di appuntamenti non riesca a metterlo in piedi prima di quando ho detto loro;
- D’Angelo: haha;
- Zuckerberg: Così come non credo che la gente si iscriverebbe a Facebook se sapesse che è per gli appuntamenti;
- Zuckerberg: La gente è scettica riguardo all’aggiungere troppo cose al dating;
- Zuckerberg: Ma il ragazzo sta promuovendo molto bene la cosa;
- Zuckerberg: Mi chiedo quale sia la soluzione ideale;
- Zuckerberg: Penso che Facebook attirerà molte persone, a meno che non venga rilasciato contemporaneamente con l’altro;
- Zuckerberg: In questo caso entrambi si annullerebbero a vicenda. Idea? C’è un buon modo per consolidare i due?;
- D’Angelo: Si potrebbe fare in un’intera rete come un Friendster. haha. Stanford ha qualcosa del genere al suo interno;
- Zuckerberg: Beh, io stavo pensando di farlo per Facebook. L’unica cosa veramente diversa è che la richiesta di connessione con gli amici non la fai attraverso il sistema.
Questa chat, conservata dagli avvocati e finita nei processi per il copyright di Facebook, dimostra almeno due cose: che Zuckerberg lavorava in effetti a due progetti in contemporanea, ma considerava Facebook una sua creatura e avrebbe voluto privilegiarla. Inoltre, è un’idea dell’amico farne un network come Friendster.
Ma è in una conversazione successiva, con un’altra persona, un confidente rimasto anonimo, che emerge come una volta abbandonata l’università per la California e in piena attività con Eduardo Saverin e Dustin Moskovitz per costruire “theFacebook” (all’epoca di chiamava così), Zuckerberg non aveva ancora idea di quello che sarebbe accaduto.
Per difendersi dai problemi legali che si stagliavano all’orizzonte, confida infatti (è già l’estate del 2004 e Facebook è nato da alcuni mesi) di aver sempre pensato Facebook come trampolino di lancio per Wirehog. Di cosa si tratta? Wirehog doveva essere il successore di Napster, un archivio di file sharing musicale, mai nato. E c’è un’altra rivelazione clamorosa: il futuro multi miliardario attendeva un finanziamento da Google. Se fosse arrivato, la storia del Web 2.0 avrebbe preso un’altra strada:
- Confidente: Beh, si dovrebbe recuperare le azioni necessarie per recuperare le spese legali;
- Zuckerberg: Non voglio pagare le spese legali. Lo farà l’azienda;
- Confidente: Speriamo si faccia presto, in modo da poter andare avanti col tuo lavoro;
- Zuckerberg: Beh, deve solo spingere Wirehog;
- Confidente: Così avete ottenuto risposte sul riconoscimento a livello nazionale?;
- Zuckerberg: Risposte da chi?;
- Zuckerberg: Stiamo parlando con Google e Friendster.
Il resto è storia nota: Facebook è diventato il più grande social network del mondo, ma come capita spesso in queste vicende, è ingenuo credere che le idee geniali si accendano come la lampadina di Eureka. Il percorso è fatto di interruzioni, dubbi, e molta casualità.