In molti lo stanno ricevendo, in molti lo hanno ricevuto e, purtroppo, in molti lo stanno inviando ad altri. Il testo in circolazione su Facebook è fastidiosamente noto:
Cari amici, vi chiedo, per favore, di mettere il mouse sul mio nome qui sopra (senza cliccare), apparirà una finestra, andate alla voce amici (senza cliccare), scendete a “impostazioni” e qui cliccate!, quindi togliete il flag a “commenti a mi piace” e “foto”.
In questo modo, quello che faccio non sarà reso pubblico a sconosciuti! Ora copiate e incollate questo messaggio sulla vostra bacheca. Quando lo vedrò pubblicato, farò lo stesso per voi
Ancora una volta saranno i meno informati a cadere nel tranello, ma soprattutto sarà chi usa l’intelligenza a rimanerne fuori. Del resto è sufficiente analizzare i passi suggeriti dalla procedura per capire come, eseguendo una ad una le indicazioni, non si fa altro che limitare la propria presenza sulle bacheche dei propri amici, costringendoli di fatto a togliere dalla propria pagina i “mi piace” ed i commenti di chi ha inviato il messaggio in questione. Una bufala controproducente per chi la invia, insomma, e tale da indebolire il rapporto con i propri contatti.
L’impostazione suggerita, infatti, è utile per filtrare i messaggi che fluiscono sulla propria bacheca, rendendo meno importanti alcuni amici e più importanti altri. Tuttavia il messaggio contiene una grossa distorsione della realtà: “In questo modo, quello che faccio non sarà reso pubblico a sconosciuti”. Ciò è assolutamente fasullo per due motivi: primo, perché Facebook non apre a sconosciuti i contenuti a meno che non sia l’utente stesso a chiedere la piena apertura della propria pagina tramite le impostazioni sulla password; secondo, perché ognuno decide per sé e non sarà certo l’azione di massa altrui a stabilire cosa debba fuoriuscire dal proprio profilo e cosa no.
Trattasi dell’ennesima bufala virale che circola su Facebook, apparentemente senza controllo: l’istinto al copia/incolla è evidentemente ancora più forte della consapevolezza dello strumento che si sta adoperando e ciò comporta la moltiplicazione di disinformazione e di rumore di fondo. Una versione molto simile della bufala era in circolazione già nel 2011, ma l’interfaccia del social network era differente: la nuova versione fa leva sulla nuova grafica e porta gli utenti a click che rovinano la propria esperienza Facebook.
A fine 2012 un altro messaggio relativo a privacy ed impostazioni aveva preso il largo e le debolezze su cui faceva leva erano le medesime della bufala odierna. Il che non può che creare un danno generalizzato, poiché diffondere ulteriore disinformazione sulle impostazioni per la privacy di Facebook non può che generare confusione, fastidio ed eventuali problemi per chi non venisse a capo di quanto accaduto.