Facebook ha avviato nel weekend il referendum concernente la Dichiarazione dei Diritti e delle Responsabilità che il gruppo sottopone agli utenti. Si tratta di un interessante esperimento di democrazia applicata ai social network con cui l’azienda intende sottoporre la proposta alla propria community in cerca di un parere sulle regole a cui la community stessa sarà in seguito sottoposta.
L’iniziativa è stata così spiegata dal social network di Mark Zuckerberg:
Grazie per il tempo dedicato alla lettura e all’invio dei tuoi commenti sulle modifiche proposte alla nostra Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità (DDR). La nostra DDR (conosciuta comunemente con il nome “Termini di utilizzo”) descrive le obbligazioni che Facebook, da una parte, e gli utenti, dall’altra, si impegnano a onorare, rispettivamente nella fornitura e nella fruizione dei servizi. Diversamente da altre aziende che operano su Internet, quando proponiamo aggiornamenti alla nostra DDR diamo agli utenti l’opportunità di esprimere i loro commenti prima di renderli operativi. Le informazioni e i punti di vista che gli utenti ci comunicano sono di grande valore per noi, in quanto ci consentono di rispondere alle loro richieste e apportare modifiche sostanziali per risolvere i loro problemi prima di implementare gli aggiornamenti.
Il tenore dei commenti che il voto ha raccolto durante i primi giorni sembra delineare un referendum che, lungi dall’analizzare a fondo le tematiche proposte, si è presto trasformato in un voto di protesta contro la Timeline, il cosiddetto “Diario” (il quale rappresenta soltanto una piccola parte delle modifiche proposte). Alla luce delle possibili incomprensioni emergenti, Facebook ha pertanto pubblicato una lunga pagina di spiegazioni che potranno essere utili a quanti intendono approfondire il motivo per cui il social network ha aperto i propri seggi virtuali.
Difficilmente tale soluzione basterà per rendere più consapevoli i votanti circa l’importanza dell’opinione espressa, ma è comunque una reazione necessaria ed utile a portare maggior trasparenza sull’iniziativa. Per Facebook è questa una mossa doverosa dopo le critiche sull’assenza di trasparenza nella gestione del sito e della community, le cui conseguenze sono però più formali che sostanziali.
Il documento nella sua complessità può essere analizzato nell’apposita pagina, corredato di alcune FAQ basate sulle domande più frequenti giunte negli ultimi giorni. Il documento concerne l’uso delle applicazioni, il ruolo dei tag, la tutela della privacy, le regole d’uso del servizio, i permessi d’uso sul codice ed altro ancora.
La chiamata al voto non è certo semplice e la comprensione piena del linguaggio adottato non sembra offrire all’iniziativa vero valore probatorio sulle intenzioni e le volontà della community. Tuttavia appare chiaro il fatto che il voto possa essere semplicemente “utile” e non vincolante, così come spiegato tra le righe dalle parole di Elliot Schrage, responsabile Public Policy and Marketing di Facebook:
Il periodo di voto inizia oggi e si concluderà l’8 giugno alle 9.00 (PDT). Come indicato in entrambe le normative, se vota più del 30% di tutti gli utenti attivi registrati, i risultati saranno vincolanti. Se la percentuale di utenti che partecipa al voto sarà inferiore al 30%, i risultati saranno a titolo orientativo.
Occorre ricordare come gli utenti attivi siano approssimativamente 900 milioni. Per utente attivo, Facebook considera l’utente che nell’ultimo mese abbia fatto visita sul proprio account su Facebook o abbia in qualche modo interagito con uno dei pulsanti che Facebook mette a disposizione per i siti terzi. Ne consegue il fatto che pochi utenti attivi saranno realmente informati sul voto in atto e tra questi ultimi soltanto una piccola parte sarà probabilmente disposto ad impegnare il proprio tempo per il voto. Pochissimi, inoltre, quelli realmente consapevoli dei contenuti del voto e del significato del tutto.
La consultazione avrà pertanto con ogni probabilità semplice valore consultivo, offrendo a Facebook ulteriori spunti di riflessione su cui calibrare la propria iniziativa. Il voto può essere espresso qui fino all’8 giugno.
Il risultato finale sarà comunicato il 9 giugno. Nel momento in cui pubblichiamo hanno espresso il proprio voto poco meno di 90 mila utenti, ossia l0 0,01% degli aventi diritto. L’affluenza alle urne “social” è pertanto oltremodo bassa ed il quorum del 30% appare pertanto una semplice chimera. Al momento poco meno del 20% dei votanti ha espresso parere favorevole sul DDR proposto il 20 aprile 2012, mentre la maggioranza si è espressa contro la nuova formulazione, attribuendo così la propria preferenza alla documentazione del 2011.