Dopo la legge sulla sicurezza imposta dalla Cina ad Hong Kong, Facebook e WhatsApp annunciano il loro rifiuto di collaborare con le autorità del posto in merito alla richiesta di dati degli utenti. La comunicazione arriva direttamente da un portavoce di WhatsApp, applicazione di proprietà di Facebook, tramite l’edizione del Wall Street Journal di lunedì 6 luglio.
Martedì scorso la Cina ha approvato una nuova legge sulla sicurezza nazionale che ha lo scopo di ottenere maggior controllo su Hong Kong. La nuova normativa, che non è stata discussa pubblicamente, tra le altre cose prevede che la polizia locale possa arrestare chiunque sia sospettato di “attività terroristiche” e atti di “sedizione, sovversione e secessione”.
“WhatsApp – fa sapere la società che fa capo a Mark Zuckerberg – sospenderà (le richieste di dati, ndr) in attesa di un’ulteriore valutazione dell’impatto della legge sulla sicurezza nazionale, compresa la dovuta diligenza in materia di diritti umani con la consulenza di alcuni esperti in materia. L’azienda, crede che la libertà d’espressione sia un diritto umano fondamentale e supporta il diritto delle persone a esprimersi senza temere ripercussioni per la propria salute o la propria sicurezza”.
Facebook e Whatsapp ad Hong Kong ad una condizione
Secondo molti osservatori, la nuova legge non servirà ad altro che reprimere le proteste che in questi giorni proseguono ad Hong Kong, Nella giornata di mercoledì 1 luglio, ad esempio, un uomo è stato arrestato perché accusato di possedere una bandiera in favore dell’indipendenza. Dopo essere passata da colonia britannica a regione amministrativa speciale cinese nel 1997, i rapporti tra Hong Kong e Cina sono rimasti tesi per ben 23 anni poiché la prima ha mantenuto alcune peculiari libertà. La nuova legge, invece, apre sostanzialmente una nuova stagione che prevede, tra le altre cose, la limitazione di alcune libertà civili. Ad Hong Kong, ad esempio, Internet non è sottoposto a censura ed è possibile utilizzare liberamente i social network e Google senza le limitazioni vigenti in Cina. Si spiega così la posizione di WhatsApp e di conseguenza Facebook: alle richieste delle autorità di Hong Kong si risponderà solo se le stesse saranno in linea con i termini del servizio e nel rispetto dei diritti umani.