L’Unione Europea intende indagare sull’accordo che ha portato WhatsApp tra le mani di Mark Zuckerberg dopo l’annuncio dell’acquisizione da parte di Facebook per un controvalore pari a 19 miliardi di dollari. Al momento trattasi di una azione informale, ma prelude a quella che sarà un approfondimento ufficiale circa le dinamiche di fusione tra le due entità.
Facebook è oggi il numero uno indiscusso nel mondo del social networking. WhatsApp è da tempo leader incontrastato nel mondo dei messenger in mobilità. Cosa può determinare per il mondo dei social media un accordo che mette assieme due realtà tanto potenti e diffuse? Per la prima volta la Commissione Europea intende addentrarsi in un ambito tanto complesso e periglioso, poiché intende anzitutto capire quale direzione possano prendere le azioni e le normative antitrust nel determinare eventuali concentrazioni di potere contrarie alla naturale concorrenza tra le aziende.
Ai tempi dell’acquisizione 1,23 miliardi di utenti erano attivi su Facebook e 450 milioni di utenti usavano WhatsApp: oggi i numeri sono già sicuramente cresciuti e tale somma vive ora sotto la medesima proprietà. Per capirne di più, l’UE ha inviato ai primi concorrenti dei due gruppi alcuni questionari con i quali intende approfondire il discorso prima di avventurarsi più a fondo nelle indagini. Il ruolo dell’UE è stato peraltro chiamato in causa proprio da Facebook, spaventato di dover eventualmente affrontare una moltitudine di casi simili nelle singole nazioni dell’Unione.
A suo tempo Facebook ha espressamente chiesto all’UE di intervenire, agendo a nome e per conto dei singoli stati; a distanza di tempo l’invito è stato raccolto, l’UE ha preso in mano la situazione e l’invio dei questionari rappresenta il primo passo informale di una indagine che non sarà breve né semplice. Da svelare vi sono le arcane relazioni che possono nascere dalla fusione di due colossi della comunicazione interpersonale, le dinamiche che potrebbero tagliare fuori la concorrenza e le prospettive con cui il mercato potrebbe svilupparsi.