La battaglia tra Yahoo e Facebook è soltanto agli inizi, ma l’azienda di Sunnyvale ha dato dimostrazione di voler fare sul serio. La conferma giunge direttamente dal social network di Menlo Park, il quale ha aggiornato i documenti depositati presso la SEC per il proprio ingresso nel listino della borsa di New York, includendo anche tale scontro legale come possibile fattore di rischio. Un eventuale insuccesso degli avvocati assoldati per tener testa a Yahoo, infatti, si tradurrebbe in enormi danni economici per l’azienda di Mark Zuckerberg.
Fine ultimo di Yahoo è quindi quello di ottenere il massimo dai dieci brevetti scagliati contro Facebook, relativi a tecnologie legate alla gestione della privacy, dell’advertising, della messaggistica e più in generale all’organizzazione di un social network. Le richieste, d’altro canto, non sono ancora note con esattezza ma si vocifera che l’azienda di Sunnyvale abbia richiesto importanti risarcimenti, l’istituzione di un precedente che possa favorire ulteriormente il gruppo in futuro qualora Facebook dovesse violare nuovi brevetti, ed un’ingiunzione nei confronti del portale. Quest’ultimo, di conseguenza, si troverebbe in una posizione piuttosto scomoda, soprattutto nel momento in cui l’IPO è alle porte ed il valore del gruppo rischia di crollare di fronte ad un ostacolo che possa limitarne introiti ed integrità.
«La vicenda è ancora agli inizi» si legge nel nuovo documento depositato da Facebook presso la SEC, «ed il risultato finale è ancora incerto. Qualora dovesse giungere una sentenza in nostro sfavore, potrebbe esservi un notevole impatto sul nostro business, le nostre condizioni economiche ed i risultati delle nostre operazioni». Facebook, insomma, è consapevole della pericolosa “spada di Damocle” che da alcune settimane pende sulla sede del social network, con il rischio che le attività di quest’ultimo vengano seriamente compromesse a causa della nuova battaglia indetta da Yahoo.
Il gruppo fondato da Zuckerberg nel frattempo sta già correndo ai ripari: benché al momento non abbia depositato alcuna risposta ufficiale presso al Corte Distrettuale che si occupa del caso, il social network ha già dato dimostrazione di voler mettere le mani su 750 brevetti di IBM, così da irrobustire il proprio portfolio di proprietà intellettuali e poter così erigere una nuova barriera difensiva su basi più solide.