Mentre Tim Cook visita gli stabilimenti di Foxconn in Cina, la Fair Labour Association pubblica i primi dati sulle rilevazioni effettuate negli impianti dei partner di Cupertino. E i risultati non sono propriamente rassicuranti, con fin troppe violazioni ai danni dei lavoratori. Per questo motivo, Apple ha deciso di scendere direttamente in campo e imporre rigide norme di collaborazione che avranno effetto già dal 2013.
Per chi non lo sapesse, Fair Labour Association è un’organizzazione indipendente ch verifica le condizioni di sfruttamento lavorativo nelle economie emergenti. Apple è la prima – e al momento la sola – azienda tecnologica che ha concesso il permesso a FLA di analizzare le aziende dei partner cinesi, così da verificarne il reale livello di tutela e porvi rimedio, dati anche gli scandali recenti.
Dopo le prime indiscrezioni delle scorse settimane, che inizialmente parevano rassicuranti, il primo rapporto racconta di una situazione intollerabile: le violazioni dei diritti dei lavoratori si compirebbero su larga scala, con ore di lavoro troppo elevate, salari non giustificati dagli orari di lavoro, rischi per la salute dei lavoratori.
Tre gli impianti di Foxconn analizzati, tutti oltre il tetto massimo di 60 ore settimanali di impiego per lavoratore e ben oltre le 40 sancite dalla legge cinese, di cui 36 massimo di straordinario. Il giorno di riposo non sempre è garantito – tanto che alcuni operai sono costretti a lavorare 7 giorni su 7 – e gli stipendi non sono compensativi dell’impegno degli operai. Lo stesso vale anche per gli straordinari, dove oltre il 14% dei lavoratori non riceve maggiorazioni come previsto per legge. Vi sono poi rischi sottostimati nell’utilizzo di macchinari pericolosi, la potenziale esposizione a sostanze tossiche, l’assenza di un’integrazione e di una socializzazione fra gli operai. Oltre il 64% degli addetti intervistati, infine, sostiene di non avere uno stipendio che sia sufficiente a garantire i bisogni primari dell’uomo.
Davanti al fatto compiuto, Foxconn ha dichiarato di implementare a breve termine dei più elevati standard, con la presenza anche di controlli più mirati per evitare gli incidenti occasionali fra gli impiegati. Infine, le tempistiche e i salari verranno totalmente rivisti. Non è dato sapere, tuttavia, se siano i dati di FLA a spaventare o il polso duro di Cupertino, che già da tempo minaccia di trasferire altrove la produzione per evitare ulteriori scandali. A quanto pare, la visita di Tim Cook sembra essere stata tutt’altro che di cortesia.