Engadget ha seguito fin dal principio la vicenda del FairUse4WM ed ancor oggi ne sta seguendo l’evoluzione proponendo una interessante intervista direttamente al creatore del codice in grado di individuare e sterilizzare la filigrana del DRM Microsoft sui file musicali. L’autore stesso rimane anonimo nascondendosi dietro il nick “Viodentia” e dimostra di aver ben chiara la propria linea d’azione in mente. Nessuna paura, soprattutto, emerge circa la volontà espressa da Redmond di indagare per colpire l’autore del codice, accusato di aver violato proprietà intellettuale in fase di produzione del codice incriminato.
Secondo Viodentia il comportamento Microsoft è completamente consono con quelli che sono i suoi obblighi contrattuali con i vari partner interessati. La cosa non turba l’autore del FairUse4WM, il quale si limita a sottolineare come il DRM non possa essere infallibile, tantomeno l’attuale “PlayForSure” che si limita ad offuscare i dati pur lasciando spazi di manovra per operazioni di decrittazione. Va ricordato come una volta eliminato il DRM il file sia completamente privo di vincoli e possa essere duplicato e conservato senza alcun abbonamento (a danno di Napster ed affini che basano il proprio mercato sull’abbonamento al servizio).
FairUse4WM 1.3
Viodentia spiega a Ryan Block di Engadget come non abbia nulla di specifico contro l’azienda Microsoft e che voglia solo operare al fine di rendere i file completamente compatibili con qualunque tipo di player. Il nemico non è Microsoft, dunque, quanto più il concetto limitante che sta dietro l’istituto del Digital Right Management. In tal senso è ovvio il fatto che la situazione attuale, in assenza di improvvisi cambiamenti rappresentati ad esempio dalla denuncia Microsoft nei confronti dell’autore del tool, è destinata a durare ed a perpetrare il ciclo infinito di patch che aggiornano prima il DRM e poi il FairUse4WM. Inseguimento poco proficuo, ma Viodentia chiarisce il fatto che nessuna delle due parti possegga l’arma letale in grado di terminare il gioco: ovvio, dunque, il ricorso alle maniere forti da parte di Microsoft.
La risposta di Viodentia a Microsoft è chiara: nessuna proprietà intellettuale è stata violata ed il sistema adoperato è trasparente così come in chiaro è il codice del FairUse4WM. Poche ore dopo l’intervista le parole diventano fatti e il tool viene distribuito nella nuova versione 1.3 per dimostrare la «non infallibilità» dei sistemi DRM, un messaggio rivolto direttamente a quanti sul DRM stesso vorrebbero basare il proprio mercato. Cosa sarà di Zune? Viodentia chiude con una emoticon sorridente e spiega che ci penserà appena Zune sarà disponibile.