Un tool in grado di far cadere l’intera rete: questa la minaccia di un anonimo NT Canuck il quale, ammettendo l’aiuto di un altro sviluppatore altrettanto ignoto, lancia ombre di dubbio sulla tenuta della struttura Internet.
Al Computer Emergency Response Team (CERT) la polemica viene spenta immediatamente con una certa fermezza: al massimo si può inondare la rete con dati in grado di mettere a dura prova il corretto funzionamento delle macchine, ma la tenuta del tutto non è in pericolo.
“Non abbiamo riscontrato alcuna vulnerabilità specifica” commenta Jason Rafail, analista CERT, confermando l’ipotesi di una semplice strategia per inondare di dati la struttura, mettendo alla prova le strutture con un classico overflow. Cosa peraltro non nuova, in quanto già nell’ormai lontano 1996 un monito simile era stato lanciato suscitando vuoti allarmi mai appalesatisi come pericolo reale.
Gli anonimi segnalatori hanno dato presenza di sé già in Novembre, quando sia Microsoft che CERT furono contattati per valutare quanto emerso. Sulla vicenda è stato calato un certo riserbo, ma secondo Microsoft la segnalazione non è venuta da sprovveduti, sia pur se enfatizzata: nessuna catastrofe pende sui destini di Internet, nulla di apocalittico può affossare la rete delle reti, e le conseguenze del fantomatico tool possono al massimo sfociare in un overflow di frammenti in grado di rallentare alcuni nodi. Anche per stavolta, sia pur se con le attenzioni del caso ed una certa qual ben celata apprensione, le sirene degli allarmi apocalittici si spengono con un nulla di fatto.