Guidare di notte può rivelarsi un’esperienza faticosa, soprattutto sulle strade poco o male illuminate. Non solo bisogna prestare attenzione agli altri veicoli, ma anche a ciò che da un momento all’altro potrebbe rivelarsi ai bordi della carreggiata senza alcun preavviso: con poca visibilità qualunque ostacolo non avvistato in tempo può costituire un potenziale pericolo. Secondo le statistiche diffuse dal governo britannico, un incidente su cinque si verifica su tratte non illuminate.
Fortunatamente, anche in questo caso l’innovazione tecnologica può fornire un valido aiuto per chi si trova al volante. Lo dimostrano ad esempio i progetti messi in campo da Ford, la cui finalità è quella di evolvere il concetto tradizionale di fanali, andando ben oltre la sostituzione delle classiche lampadine con moduli LED più efficienti dal punto di vista del consumo energetico. L’automaker è al lavoro su sistemi in grado di rappresentare un vero e proprio occhio hi-tech, capace di scrutare ogni centimetro dell’asfalto anche laddove la vista umana non può arrivare. L’obiettivo è rilevare qualsiasi cosa occupi la strada, per illuminarlo selettivamente anche a grande distanza, così da permettere al conducente di rallentare in tempo, arrestando la propria corsa se necessario oppure evitandolo con un morbido cambio di direzione anziché con una brusca sterzata all’ultimo istante.
Inoltre, a breve sarà possibile anche sfruttare la luce emessa per indicare quale corsia prendere in prossimità di incroci, bivi e rotatorie.
Camera-Based Advanced Front Lighting System
La prima di queste tecnologie ha un nome piuttosto lungo, ma già di per sé piuttosto esplicativo: si chiama Camera-Based Advanced Front Lighting System. È essenzialmente la fusione di due sistemi già implementati in passato da Ford sulle proprie automobili, ovvero Adaptive Lighting System e Traffic Sign Recognition, il primo che si occupa di direzionare automaticamente il fascio luminoso mentre si sterza e il secondo utile per il riconoscimento automatico dei segnali stradali.
Il risultato è una soluzione che fa entrambe le cose: quando si sta per approcciare una rotonda e il mezzo ne riconosce il segnale, la vettura sa di dover estendere l’ampiezza della zona illuminata per offrire la massima visibilità possibile sia alla strada da imboccare che a quella da cui sopraggiungono i veicoli con diritto di precedenza. Lo stesso avviene sfruttando i dati GPS delle mappe utilizzate per la navigazione stradale e, quando questi non sono disponibili, analizzando la segnaletica orizzontale, ovvero gli indicatori di corsia dipinti sull’asfalto. Il funzionamento è illustrato nella seconda parte del filmato visibile in streaming di seguito.
Gli automobilisti che guidano di notte devono essere molto attenti a reagire in tempo quando qualcosa o qualcuno emerge dal buio e appare di fronte all’auto. Questa nuova tecnologia di illuminazione adattiva li aiuta a prevenire le situazioni di rischio evidenziando la presenza di persone o animali anche ai lati della carreggiata e a distanza.
Ken Washington, Vice Presidente Ricerca e Ingegneria avanzata di Ford
Spot Lighting
La prima parte della clip è invece dedicata ad un’altra tecnologia Ford, attualmente ancora in fase di sperimentazione, ma che in un futuro non troppo lontano potrà essere integrata nei nuovi veicoli commercializzati e integrata in quelli già esistenti. Si chiama Spot Lighting e, come già anticipato, mira a individuare qualsiasi occupante della strada, mettendolo in luce anche se ai bordi della carreggiata non ci sono lampioni. Questo è reso possibile dall’impiego di una videocamera a infrarossi posizionata nella parte frontale del veicolo, che effettua continuamente e in tempo reale l’analisi delle immagini riprese, identificando l’eventuale presenza di persone, ciclisti o animali rilevando la loro temperatura corporea.
Una volta che questi vengono individuati, un fanale integrato nel paraurti si attiva e lo illumina da lontano, scongiurando così qualsiasi rischio di incidente o di sbandate dovute a sterzate improvvise. Inoltre, sulla dashboard installata nel cruscotto gli ostacoli vengono evidenziati in un rettangolo giallo oppure rosso, a seconda di quanto sia necessario prestarvi attenzione. Due stimoli visivi, dunque, che avvisano il conducente del potenziale pericolo, fornendogli il tempo necessario per apportare una manovra correttiva in tutta sicurezza.
Occhi e cervello hi-tech
In attesa di poter tutti beneficiare dei vantaggi che introdurranno nell’ambito delle quattro ruote i sistemi legati alla guida autonoma, la tecnologia già oggi può fornire un aiuto valido e concreto quando ci si mette al volante, rappresentando una sorta di assistente in grado di vigilare costantemente su ciò che circonda il veicolo, senza temere cali di performance dovuti a stanchezza, nervosismo o fretta, tre fattori che aumentano in modo significativo la probabilità di incappare in un incidente. Occhi e cervello hi-tech, dunque, capaci di arrivare laddove l’automobilista in carne ed ossa non è in grado.
L’implementazione di sistemi di questo tipo a bordo dei veicoli contribuirà nei prossimi anni a rendere la mobilità più sicura, con indubbi benefici per tutti coloro che si trovano a viaggiare su ogni tipo di strada. Il conducente continua però a giocare un ruolo di primaria importanza: finché non saranno in circolazione le self-driving car, chi siede al posto del guidatore dovrà continuare a prestare la massima attenzione durante gli spostamenti, per garantire la propria incolumità e quella degli altri.