Farsi giustizia da soli con Facebook

Truffato da un gruppo di clienti fuggiti senza pagare il conto, un ristoratore australiano ha deciso di usare Facebook per ritrovare gli autori della beffa. L'indagine è andata rapidamente a buon fine consentendo il recupero del credito
Farsi giustizia da soli con Facebook
Truffato da un gruppo di clienti fuggiti senza pagare il conto, un ristoratore australiano ha deciso di usare Facebook per ritrovare gli autori della beffa. L'indagine è andata rapidamente a buon fine consentendo il recupero del credito

Quando Mark Zuckerberg avviò nel 2004 il suo Facebook difficilmente avrebbe immaginato di aver creato uno strumento utile anche per il recupero dei crediti. Eppure, il famoso social network è venuto recentemente in soccorso al ristoratore australiano Peter Leary, gabbato da un gruppo di clienti fuggito senza pagare il conto per la lauta cena consumata a uno dei suoi tavoli.

La vicenda è accaduta in Australia alcuni giorni fa e si è presto diffusa in Rete grazie a un lancio dell’agenzia di stampa Reuters, una fonte autorevole che sembra dunque confermare il curioso episodio legato a Facebook. Nel ristorante di Seagrass (Melbourne) gestito da Peter Leary, un gruppo composto da cinque clienti ha consumato una cena molto ricca, a base di ostriche, trote e vini pregiati. Terminata la libagione, i cinque amici sono usciti dal locale con la scusa di fumare una sigaretta prima del dolce e si sono dati alla fuga senza pagare il conto.

Leary non si è però arreso alla beffa e, determinato a ottenere i 340 dollari della cena servita ai fuggitivi, ha consultato i camerieri del suo ristorante per raccogliere quanti più dettagli possibile sui clienti insolventi. Il gestore è così venuto a sapere che uno dei cinque amici aveva chiesto informazioni su una cameriera non più in servizio nel ristorante e che si era dunque ripromesso di contattarla attraverso Facebook.

Peter Leary ha così effettuato una rapida ricerca sul social network alla ricerca dei contatti della sua ex cameriera, ritrovando infine foto e nominativo di uno dei cinque fuggitivi. «Era ritratto insieme alla sua ragazza, che era l’unica donna del gruppo. Abbiamo anche scoperto dove lavorava, in un ristorante qui vicino al mio. È stato da subito chiaro che fossero coinvolti nella vicenda» ha dichiarato con soddisfazione Leary.

Dopo una breve telefonata con il gestore del ristorante poco distante dal suo, Peter Leary ha ricevuto la visita del fuggitivo identificato attraverso Facebook. Il cliente si è scusato per l’accaduto e ha saldato il proprio debito aggiungendo una lauta mancia per il ristoratore. Felice per aver risolto positivamente e rapidamente l’accaduto, Leary ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di coinvolgere la polizia nella vicenda. La pervasività di Facebook talvolta non perdona.

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