In questo periodo si parla molto del Fascicolo Sanitario Elettronico, un sistema digitale nato nel 2012 e attivo dal 2015 che permette ai cittadini di avere a portata di mano la propria storia clinica. Funziona come un archivio digitale dove sono raccolti tutti i dati sanitari del paziente, inclusi referti, diagnosi, esami e prestazioni erogate sia dal Servizio Sanitario Nazionale che da strutture private (a partire dal 2020). Ma più del fascicolo in se, la protagonista della discussione è la possibilità di opporsi al pregresso entro il 30/6, ovvero i dati e i documenti sanitari antecedenti al 19 maggio 2020.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico si prepara a un salto di qualità con la versione 2.0, attesa per il 2026. Grazie ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il FSE si trasformerà da semplice archivio di documenti in un vero e proprio strumento per la raccolta e la condivisione dei dati clinici delle persone. La novità principale sarà la creazione di un unico repository nazionale, dove confluiranno tutti i dati sanitari dei cittadini italiani. Questo permetterà una visione completa e unificata della storia clinica di ogni paziente, facilitando il lavoro dei medici e migliorando la qualità dell’assistenza sanitaria.
L’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 è automatica e non richiede alcuna azione da parte del cittadino, basterà utilizzare lo SPID, la tessera sanitaria abilitata o la carta d’identità elettronica. Attenzione però: per consultare i dati e i documenti presenti sul Fascicolo Sanitario Elettronico di un paziente, i professionisti sanitari del caso necessitano del consenso preventivo del cittadino, che può essere espresso direttamente tramite il fascicolo stesso. Se il consenso non viene fornito, solo il cittadino e il medico che ha prodotto i documenti sanitari potranno visualizzarli sul Fascicolo. Inutile dire che il consenso può essere dato o revocato in qualsiasi momento.
L’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 è automatica e non richiede alcuna azione da parte del cittadino, basterà utilizzare lo SPID, la tessera sanitaria abilitata o la carta d’identità elettronica. Attenzione però: per consultare i dati e i documenti presenti sul Fascicolo Sanitario Elettronico di un paziente, i professionisti sanitari del caso necessitano del consenso preventivo del cittadino, che può essere espresso direttamente tramite il fascicolo stesso. Se il consenso non viene fornito, solo il cittadino e il medico che ha prodotto i documenti sanitari potranno visualizzarli sul Fascicolo. Inutile dire che il consenso può essere dato o revocato in qualsiasi momento.
E’ possibile, entro il 30 giugno opporsi all’inclusione nel fascicolo ai documenti antecedenti a 19 maggio 2020. Per farlo (se non si fa nulla entro il 30 giugno i dati vengono caricati automaticamente) basta seguire questo link e autentificarsi tramite SPID/CIE/CNS o, in alternativa, tessera sanitaria/codice STP o attraverso un professionista dell’ASL più vicina. Una volta all’interno della propria area personale Una volta effettuato l’accesso bisogna scegliere il servizio FSE – Opposizione al pregresso.