Si chiama Fastlink ed è una delle più vaste operazioni contro la pirateria mai poste in essere a livello internazionale. Nelle ultime ore, infatti, per mano dell’FBI e sotto l’elgida del Dipartimento di Giustizia statunitense, sono state attuate 120 perquisizioni che hanno portato a fermare vere e proprie organizzazioni dai nomi quali “Kalisto”, “Echelon” e “Project X”.
Le perquisizioni sono state effettuate in 27 paesi interni agli USA e 10 stati non-USA (Gran Bretagna, Germania, Francia, Israele, Singapore, Belgio, Olanda, Danimarca, Ungheria e Svezia). I numeri denotano al meglio la portata del tutto: 65000 software pirata e 200 computer sequestrati, 100 persone individuate e ora in attesa di giudizio, stroncato un giro d’affari di circa 50 milioni di dollari.
L’operazione è stata descritta dal ministro della giustizia USA John Ashcroft ed è stata immediatamente salutata con estremo favore da associazioni quali la BSA (Business Software Alliance) la quale vede nell’azione un tassello imprescindibile nella lotta contro la pirateria. Secondo la BSA le grandi case del software americano perdono annualmente 13 miliardi di dollari per cause connesse al mondo della pirateria.
L’operazione dovrebbe avere una coda legale che fin dalla prossima settimana dovrebbe muovere i propri primi passi con la notifica dei primi arresti (secondo le nuove leggi statunitensi i fermati rischiano fino a 5 anni di detenzione). Nella relazione stilata dal Dipartimento di Giustizia si lancia un monito anche al Peer-to-Peer, uno tra i principali canali sui quali veniva sviluppato il mercato parallelo dei gruppi fermati (bloccati altresì 30 server di distribuzione “warez”).