Come a voler sottolineare al’anacronismo dello scorporo Telecom di rete fissa e rete mobile, Vodafone e Fastweb si muovono nella direzione opposta proprio nei giorni in cui infuria la polemica negli uffici dell’incumbent. L’accordo sembra essere ormai cosa fatta: Stefano Parisi (Fastweb) e Pietro Guindani (Vodafone) sono pronti alla stretta di mano definitiva per portare all’utenza privata italiana un pacchetto comune per aprire agli utenti Vodafone la fruizione di taluni servizi propri dell’offerta broadband di Fastweb.
Non solo: Fastweb entro la fine del 2007 potrebbe avviare un proprio servizio mobile, dando vita in proprio a quella convergenza rifiutata da Telecom per opportunità finanziarie. Il gruppo si prepara ad una potente offensiva ed è dunque questa la risposta alle diffidenze che hanno portato il titolo a vivere una situazione difficile a Piazza Affari negli ultimi giorni. Per contro Vodafone conferma le proprie strategie e, impossibilitata ad un accordo con l’incumbent così come siglato in Inghilterra, l’azienda si è mossa verso il secondo grande gruppo di rete fissa alla ricerca di un avvicinamento strategico.
Il secondo trimestre fiscale ha visto per il gruppo introiti saliti del 27% rispetto all’inizio dell’anno mentre negativo è stato il risultato operativo consolidato (Ebit), quantificato in 47 milioni di euro nel primo semestre. Il numero degli abbonati è in continua ascesa: 160.000 nuovi clienti sono il successo ottenuto nel primo semestre del 2006, il che significa un aumento del 57% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+102.000).
La bufera attorno a Telecom, intanto, non accenna a placarsi. Una situazione che, per quanto intricata, sembrava ferma al piano finanziario, ora è pregna di vincoli e deduzioni di tipo politico. Il clima si è fatto via via sempre più teso con Tronchetti Provera incapace di trovare il bandolo della matassa per spiegare ad investitori e Governo la bontà delle proprie scelte. Il titolo nel frattempo continua a scendere sulla scia del dibattito sviluppatosi sull’asse Milano-Pechino tra il numero uno di Telecom ed il Presidente Prodi (il quale asserisce di non aver avuto indicazioni in precedenza sul piano di scorporo e di essere stato all’oscuro di tutto fino alla presentazione pubblica del progetto).