Torniamo a parlare di NGN, le così dette reti di seconda generazione in fibra ottica di cui tanto si sta discutendo, anzi polemizzando in questi ultimi mesi. Come abbiamo avuto modo di scoprire in questo periodo la gestazione delle NGN è molto complicata sia a causa di problemi tra Telecom Italia e gli altri provider italiani, e sia per i suoi altissimi costi. In queste ultime ore sia sta scrivendo un nuovo capitolo di questa travagliata storia dopo le dichiarazioni di Alberto Calcagno, general manager di Fastweb.
Per Alberto Calcagno, il ritardo delle NGN non è tanto dovuto agli altissimi costi, quanto al fatto che nel nostro Paese è più remunerativo investire nella banda larga mobile che nelle reti in fibra ottica. Per spiegare questa frase bastano pochi numeri.
Nel corso del 2010 il mercato del mobile e del fisso hanno generato circa 11 milioni di flusso di cassa industriale di cui il 70% andrà agli operatori mobili. Questa enorme differenza dipende dagli alti costi di terminazione in quanto gli operatori mobili nostrani percepiscono una remunerazione quasi dieci volte superiore a quella dei fissi quando un cliente termina la chiamata sulla loro rete. Quindi è facile capire con queste cifre come un operatore non abbia nessun interesse a investire nel fisso.
Che fare quindi? Secondo Alberto Calcagno la soluzione più corretta sarebbe quella di tagliare i costi di terminazione mobile oltre anche quelli del bitstream e ULL (altro problema tutto italiano). Solo andando in questa direzione sarebbe possibile riequilibrare il mercato e incentivare gli operatori a investire anche nel fisso. Soluzione tra l’altro richiesta pure dall’Unione Europa. A questo punto la palla passa all’AGCOM, l’unico che può fare davvero qualcosa al riguardo.