Leggevo sul Corriere economia, un intervista a Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb.
Mi scuso se Fastweb è quasi sempre nei miei post, ma una tra le più attive nel settore della banda larga, nonostante i costi dei servizi, non certo convenienti rispetto ad altre tariffe, ma sicuramente meno cari di quelli dell’ex monopolista e per essere precisi, in calo.
Fastweb ha una infrastruttura di rete proprietaria, che copre il 45% della popolazione e che in questi ultimi anni ha avuto un accelerazione entrando nel settore delle ADSL WS.
Parisi puntualizza come Fastweb e Swisscom (che da qualche giorno controlla la stessa Fastweb), sono in attesa delle decisioni dell’autority, in merito al Wi-max ed ai costi di interconnessione, questi ultimi in particolare, saranno le variabili che peseranno sui futuri investimenti di Fastweb, secondo Parisi… ” È consolidato il principio di garantire la possibilità del ritorno degli investimenti ai nuovi entranti. Non dimentichiamoci che tutte le reti mobili sono state finanziate grazie a tariffe di terminazione elevate che poi si sono ridotte nel tempo. Si dovrebbe procedere allo stesso modo se il Paese vuole realizzare il Next Generation Network”
Si ritorna a parlare quindi, come è giusto che sia per un azienda privata, non obbligata a fornire tali servizi, del ritorno degli investimenti e qui mi aggancio con un altra intervista rilasciata da Parisi, dove parlava di ‘club of investment‘ e quindi la possibilità di collaborare tra operatori per investire insieme nella rete di nuova generazione, riducendo notevolmente gli investimenti dei singoli.
Parisi, parla anche di Wimax, puntualizzando come secondo lui le regole fissate dall’autorità siano equilibrate e dell’interesse di Fastweb per utilizzare tale tecnologia per coprire zone rurali e periferiche.
L’IPTV è secondo Parisi un mercato ancora emergente e dinamico, sul quale è necessario investire ancora, nonostante i non propri rosei risultati raggiunti fino ad oggi.
Ultimo importante punto su cui si è soffermato nell’intervista è lo scorporo della rete di Telecom:
“Quindi che cosa pensa dello scorporo della rete?
«È importante e positivo. Ma l’obiettivo primario dev’essere di diminuire la quota di mercato dell’incumbent oggi al 70%: finché non scende sotto il 50% è sbagliato ridurre gli obblighi che deve rispettare. E poi occorre che la divisione che nascerà dalla separazione della rete sia efficiente, che non venga caricata di costi impropri. Se queste condizioni non si realizzassero lo scorporo del network sarebbe un ulteriore regalo all’ex monopolista».”
Fastweb quindi esce ancora più forte grazie a Swisscom e sicuramente non molla, puntando ancora avanti, nel lancio di nuovi servizi e con nuovi investimenti, che saranno certo misurati in base alle decisioni degli enti competenti, ma che sicuramente avranno come obiettivo quello sempre primario che da sempre contraddistingue Fastweb e gli altri operatori concorrenti a Telecom: riduzione della quota di mercato di Telecom Italia ed aumento della propria.
Per leggere l’intervista completa vi invito a visitare il sito del Corriere Economia