Internet pesa ormai per il 2% del PIL nazionale, con pesanti ricadute sia direttamente (in termini di vendita, occupazione, produzione e indotto), sia indirettamente (grazie ai benefici che il miglioramento delle comunicazioni consente). Numeri di questo tipo costringono l”Italia a riflettere sui propri ritardi e sulle proprie potenzialità inespresse, sull’inerzia dimostrata per troppo tempo nei confronti della Rete e sulla necessità di capitalizzare meglio un’occasione di questa caratura.
“Fattore Internet: come Internet sta trasformando l’economia italiana“. Lo studio, commissionato da Google Italia, è stato condotto da Antonio Faraldi, Mauro Tardito e Marco Vos per la Boston Consulting Group. Alcuni rilievi aprono la ricerca spianando la strada alle considerazioni successive e la prima è nella bilancia che valuta il peso assoluto del Web sull’economia italiana: 31,6 miliardi nel 2010, in crescita del 10% rispetto ai 28.8 miliardi del 2009.
Per avere un termine di paragone, agricoltura ed utilities nello stesso periodo hanno raggiunto il 2.3% del PIL, mentre la ristorazione non ha superato il 2%. Se Internet fosse un settore, la sua crescita avrebbe contribuito all’8% dell’aumento complessivo del PIL nazionale registrato nel 2010.
Ma le ricadute sono altre ed ulteriori: le Piccole e Medie Imprese, soprattutto, possono giovare in modo determinante degli strumenti del Web con vantaggi in termini di produttività del tutto evidenti. Il vantaggio è tanto interno quanto esterno, tanto relativo alle vendite in Italia quanto relativo alle vendite oltre confine. L’Italia, paese nel quale la piccola imprenditoria rappresenta da sempre il tessuto economico e sociale che ha costruito la ricchezza nazionale, il Web può dunque avere un’importanza ancor maggiore poiché maggiore potrebbe essere la reazione positiva di fronte ad un investimento più coraggioso ed aperto sull’innovazione.
L’analisi Google sulle evidenze della ricerca, firmata dal Country Director Stefano Maruzzi, è un chiaro invito alle autorità affinché muovano i fondi pubblici nella giusta direzione per cogliere la grande occasione che la Rete prospetta alla difficile parentesi economica del nostro paese:
Con una crescita annua attesa compresa tra 13% e 18% tra il 2009 ed il 2015, l’Internet economy italiana rappresenterà nel 2015 tra il 3,3% e il 4,3% del PIL. Secondo uno scenario conservativo che considera una crescita della penetrazione di Internet e della propensione all’e-commerce in linea con il passato, l’Internet economy varrà 59 miliardi di euro nel 2015, dato più che raddoppiato rispetto al 2009.
Tenendo invece conto delle peculiarità del nostro paese, che conta 15 milioni di smartphone e una propensione all’acquisto attraverso mobile commerce superiore a quella dei paesi europei più avanzati, l’Internet economy potrà raggiungere i 77 miliardi di euro nel 2015.
Per ogni euro di crescita del PIL italiano da qui al 2015, in media 15 centesimi potranno essere riconducibili all’espansione del fattore internet (12% o 18% a seconda dello scenario).
Il report Fattore Internet è disponibile online in formato pdf.