Federfarma ha risposto con forza alla proposta del Ministro Ferruccio Fazio di aprire al Web le porte della commercializzazione dei farmaci da banco. La risposta è giunta in occasione dell’incontro a Roma presso la sede dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ove il Presidente di Federfarma, Annarosa Racca, ha alzato la voce ribadendo l’importanza delle Farmacie nel sistema sanitario nazionale e nel rapporto con i cittadini.
Secondo le stime offerte dall’associazione, il commercio online di medicinali è qualcosa che può arrecare gravi rischi per la salute degli acquirenti. Federfarma ignora con dolo il fatto che le stime fanno riferimento oggi al mondo dell’illecito e che il regime cambierebbe in modo sostanziale sotto adeguata regolamentazione, ma le cifre odierne sono lo strumento che può essere usato per difendere il comparto da quella che le Farmacie vedono come una minaccia concreta tanto al cittadino, quanto al mercato.
Annarosa Racca sostiene infatti che il Web è oggi protagonista di una distribuzione selvaggia in cui 7 farmaci su 10 sono taroccati e per questo motivo pericolosi. Soltanto nei giorni scorsi un magazzino di distribuzione è stato scoperto in uno scantinato di Bordighera (IM), ove farmaci acquistati online venivano illecitamente distribuiti con fantomatiche promesse di guarigione del tutto estranee dalle caratteristiche reali di quelli che in realtà erano medicinali tradizionali, in alcuni casi anche scaduti.
Secondo Federfarma, però, l’Italia è oggi sostanzialmente fuori da questi pericoli proprio grazie all’opera capillare delle Farmacie sul territorio: i cittadini considerano il farmacista un consulente fidato e non cercano online prodotti di origine e natura ignota. Le rivendite online, infatti, «non sono farmacie: spesso si tratta di siti che scompaiono dopo pochi giorni». Se si aprisse al Web la commercializzazione dei farmaci senza prescrizione si creerebbe però un’area che il comparto vede come pericoloso, deregolato e sostanzialmente incapace di offrire alla cittadinanza la giusta assistenza. Le Farmacie, per contro, funzionano da antidoto e consentono un servizio di massima sicurezza e totale comodità per tutti i cittadini (sminuendo quindi la necessità di aprire al Web la commercializzazione dei farmaci, che per contro avrebbe però importanti ripercussioni in termini di concorrenzialità e bilanciamento dei prezzi).
La polemica sui farmaci online è comunque soltanto uno dei tasselli di un braccio di ferro di ben più ampia portata. Tra le parti si sta infatti consumando una forte tensione a causa delle misure previste dalla manovra economica secondo cui, spiega Federfarma, «il settore farmaceutico contribuisce al contenimento della spesa pubblica per un importo pari a 600 milioni di euro l’anno […]. Di questi 600 milioni, oltre 400 sono a carico delle sole farmacie, alle quali è imposta una ulteriore trattenuta del 3,65% a favore del SSN, che si aggiunge a quelle già dovute e che costano alle farmacie stesse altri 600 milioni di euro l’anno».