Dopo la notizia di ieri, che riportava come FedEx si fosse rifiutata di consegnare un Huawei P30 Pro spedito dal Regno Unito agli Stati Uniti, c’è un aggiornamento sulla vicenda, secondo cui, il gruppo ha fatto causa al Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Il motivo? Si sostiene che il bando imposto dagli States nei confronti di certe compagnie cinesi stia richiedendo al vettore controlli extra, spesso impossibili, con tempi sproporzionati rispetto al monte lavoro di cui è già carico.
La causa arriva un mese dopo che Huawei ha confermato di star rivalutando la sua relazione con il gigante delle consegne dato che diversi pacchi destinati all’Asia sono stati invece deviati, o contrassegnati come indesiderati. In una dichiarazione, FedEx ha detto che l’attuale divieto di esportazione
pone un onere irragionevole su FedEx al fine di controllare i milioni di spedizioni che transitano sulla rete ogni giorno.
Presentata nella giornata di ieri, la denuncia chiede al tribunale distrettuale degli Stati Uniti di impedire al Dipartimento del Commercio di far rispettare i divieti dell’EAD (Export Administration Regulations) contro FedEx. Dal momento che gestisce milioni di pacchi ogni giorno, con la maggior parte sigillati e chiusi in vista della consegna, l’opera di controllo e anche illegale e lesiva dei diritti civili.
La Cina è un importante mercato in crescita per FedEx, ma all’inizio di questo mese il futuro nel paese è stato messo a repentaglio. Il presidente e CEO di FedEx, Frederick Smith, ha elencato vari fattori, tra cui la Brexit, come responsabili del calo del suo business in tutto il mondo. I dazi dagli USA alla Cina sarebbero solo l’ultima ragione con cui il vettore sarebbe stato danneggiato, a fronte di un’attività globale che poggia la maggioranza del fatturato proprio sulla Cina.