La Banca d’Italia ha fermato Zopa. La notizia giunge come un fulmine a ciel sereno e Zopa Italia è costretta a sospendere immediatamente le attività di prestito.
Nessuna conseguenza sui prestiti già in essere: chi ha prestato denaro lo riceverà secondo la normale cadenza di restituzione, ai tassi pattuiti e senza perderci alcunché. Tale somma, però, andrà riscossa invece che reinvestita, poiché al momento Zopa non è autorizzata ad avviare nuovi prestiti.
Ignota, ad oggi, la natura delle contestazioni avanzate a titolo ufficiale venerdì scorso. Alla luce della natura peculiare del social lending, però, sorge il sospetto che il sistema bancario possa mal digerire un’entità alternativa come quella di Zopa e di altri gruppi omologhi. Se ne saprà di più nel momento in cui sarà possibile approfondire un discorso che attualmente è vissuto sullo scambio epistolare chiarificatore tra Zopa.it e Banca d’Italia. Cosa è il social lending? Lo spiega Francesco Caccavella:
Zopa rappresenta oggi un mercato da oltre 7 milioni di euro di prestito in pochi mesi di attività:
Abbiamo annullato tutte le offerte e i prestiti in assegnazione, per un totale di 1.120.930 euro che sono immediatamente ritirabili dai prestatori. Ad oggi abbiamo erogato prestiti per 7.156.340 euro, di questi sono ancora da ripagare 5.249.029 euro. Continuiamo a gestire il flusso di ripagamento e quindi a ogni rientro delle rate il prestatore può ritirare la sua quota. Gli utenti registrati sono 42.000, gli attivi che si sono scambiati denaro su Zopa 5.000
Update
Zopa Italia ha ufficializzato le motivazioni della decisione presa dal Ministero su indicazione della Banca d’Italia:
[…] a Zopa è stato contestato di aver fatto raccolta del risparmio (e non semplice intermediazione di pagamenti) a causa della giacenza sul Conto Prestatori Zopa del denaro in attesa di uscire in prestito
Sì, la sensazione era giusta dunque: non è solo Zopa ad essere in pericolo, probabilmente, ma l’intero sistema del social lending italiano.