Da qualche anno, nel mese di ottobre, Lodi si trasforma nella capitale della Fotografia Etica, con un festival che nell’edizione 2016 ha visto oltre 59.000 accessi alle diverse sedi espositive dislocate in tutta la città. Merito dell’impegno profuso dal Gruppo Fotografico Progetto Immagine, una realtà di volontariato che da ormai quasi tre decenni opera sul territorio per promuovere la cultura fotografica.
Festival della Fotografia Etica
La lente attraverso la quale vengono selezionati i progetti da proporre in mostra è quella del fotogiornalismo: il FFE (Festival della Fotografia Etica) mira appunto a portare all’attenzione del grande pubblico reportage dal rilevante impatto etico, raccontando fatti spesso solo apparentemente lontani dalle tematiche che ci riguardano in prima persona. L’intenzione è quella di dar spazio e voce a persone e contesti altrimenti destinati a rimanere nell’ombra, dei quali i tradizionali canali di informazione e divulgazione si occupano di rado. Questo funge anche da stimolo per coloro che, professionisti e non, armati della propria macchina fotografica rispondono alla vocazione di voler raccontare una storia, immergendovisi, respirandola e vivendola sulla propria pelle.
FFE2017
L’edizione 2017, l’ottava, è in scena dal 7 al 29 ottobre, ancora una volta distribuita in diversi punti della città, tutti vicino al centro storico e facilmente raggiungibili a piedi in pochi minuti (maggiori informazioni sul sito ufficiale). Questi i numeri: 34 mostre, 20 fotografi da tutto il mondo e più di 50 incontri in programma.
Lo Spazio ONG 2017 ospita i lavori di organizzazioni non governative operanti in tutto il mondo. Quest’anno la scelta è ricaduta su: APOPO con una mostra sull’impiego di roditori addestrati alla bonifica dei terreni dove sono state posizionate mine antiuomo, COSPE Onlus che pone l’attenzione sugli effetti del fenomeno water grabbing (accaparramento dell’acqua), Amici di Dečani che narra la vita dei serbi nel Kossovo, mentre il Centro Studi Cetacei indaga i fattori di rischio della tartaruga caretta caretta e Médecins du Monde racconta quanto ancora sia problematio garantire il diritto universale alla salute in alcune aree del pianeta.
Nella sezione A Glance On The World Area si mettono invece in luce scenari sociali e umanitari particolarmente sensibili, grazie ai lavori di quattro fotoreporter di spessore internazionale: l’italiano Fabio Bucciarelli con “The Devastating Cost Of Humanitarian Crisis In South Sudan: Famine And Colera Outbreak”, il danese Mads Nissen con “Over Fear: Colombia’s Struggle For Peace”, il venezuelano Oscar B. Castillo con “Eltestigo: Nuestra Guerra, Nuestro Dolor?” e lo statunitense Mark Peterson con “We The People… Divided”.
Vi sono poi l’italiano Giancarlo Ceraudo con “Destino Final” che racconta il dramma dei voli della morte e dei desaparecidos argentini, nonché il collettivo fotografico NOOR con i lavori esposti presso lo Spazio Approfondimento.
World Report Award 2017
Vi si aggiungono le 772 candidature giunte per partecipare al World Report Award 2017, da autori di 51 nazionalità differenti. La selezione è stata affidata alla giuria composta da Alberto Prina e Aldo Mendichi (ideatori del Festival), Stéphane Arnaud (AFP), Michael Weir (Belfast Photo Festival) e Oxana Oleinik (Sputnik).
La categoria MASTER ha visto il riconoscimento assegnato da Daniel Berehulak per il reportage intitolato “They’re Slaughtering Us Like Animals”, un portfolio che racconta gli effetti devastanti della lotta al traffico di droga nelle Filippine voluta dal Presidente Duterte, nella sezione SPOTLIGHT ha trionfato Giorgio Bianchi con la sua “Donbass Story”, raccontando la storia tra il soldato Spartaco e Liza, divisa tra Italia e Ucraina.
Ancora, in SHORT l’attenzione viene focalizzata da Emanuele Satolli sull’impatto del conflitto in Iraq con “The Battle for Mosul”, nella categoria EUROPEAN il francese Romain Laurendeau con “Derby” racconta la passione per il calcio dei ragazzi algerini e in SINGLE SHOT sono stati assegnati riconoscimenti a tre vincitori: Alberto Campi, Peter Bauza e Alessandro Rota.
Corporate for Festival
Novità di questa edizione è lo spazio riservato a Corporate for Festival, location che ospita mostre realizzate e allestite in partnership con le realtà del mondo commerciale, sempre seguendo il filo conduttore della manifestazione, che mira a sostenere progetti di responsabilità sociale. Grazie al sostegno di Fujifilm Italia, il FFE2107 propone la mostra “Nadab” del fotografo Alessio Cupelli, un viaggio attraverso Ungheria, Croazia, Serbia, Macedonia e Grecia, per osservare le conseguenze dirette e tangibili della chiusura delle frontiere da parte dell’Europa, nonché le condizioni affrontate da milioni di sfollati nei campi profughi di Libia e Giordania.
A Lodi, fino al 29 ottobre
Tutte le mostre del FFE2017 sono visitabili con un solo ticket, al prezzo di 12,00 euro che servirà a sostenere l’attività dell’organizzazione. Alla biglietteria (piazza Broletto, Lodi) i visitatori riceveranno un bracciale che consentirà inoltre l’accesso agli incontri organizzati a margine delle esposizioni. Considerando il numero e l’intensità dei progetti proposti, nonché l’attenzione che ognuno di questi merita, l’invito è quello di dedicare una o più giornate al Festival. Un appuntamento unico nel suo genere, utile per comprendere come il linguaggio fotografico possa essere impiegato per raccontare una storia con una forza che altri media per ovvie ragioni non possiedono, un’occasione per informarsi e riflettere.