Mettevano a disposizione file musicali illegali su server dei quali se ne promuovevano i riferimenti tramite appositi siti Internet: oggi i siti sono sotto sequestro, i responsabili sono stati fermati e le indagini dovranno chiarire gli ulteriori risvolti del mercato illegale di MP3 scoperto dal Comando nucleo di Polizia Tributaria di Venezia.
Due i siti sotto sequestro: emmerredj.com e mp3webnetwork.com. Le persone fermate al momento sarebbero tre ed originarie di Cagliari, Napoli e Trento. Questo il commento di Enzo Mazza, Direttore Generale FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana): «Chi commette un illecito deve essere consapevole che rischia di incorrere nelle sanzioni previste dalla legge e come FIMI ci costituiremo parte civile chiedendo un risarcimento adeguato. Oggi ci sono numerose alternative legali disponibili in rete – che offrono milioni di files – non è più pensabile giustificare il comportamento di chi viola la legge».
I brani posti sotto sequestro sarebbero circa 10.000: e vi avrebbero messo mano già almeno 5.000 persone. Tale quantificazione risulta interessante in quanto l’eventuale condanna dei fermati porterebbe ad una sanzione quantomeno raddoppiata rispetto al danno provocato in sede di reato. E’ in tale contesto doveroso sottolineare la differenza tra il download di brani residenti su server ed il download ricavato di attività di file sharing: la vicenda in esame, insomma, non ha nulla a che vedere con il P2P.
Nel dare notizia della vicenda, la SIAE ha corredato il tutto con i dati emersi da una ricerca condotta dall’americana KPMG: gli utenti che scaricano musica da Internet sarebbero al mondo circa 4.5 milioni, avrebbero per la maggior parte di essi un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni (sfatato dunque il mito secondo il quale il P2P sarebbe prettamente attività per giovanissimi) ed il danno apportato annualmente dalla pirateria informatica (musica, video, software) sarebbe valutabile sul miliardo e mezzo di euro.