Il piano per la digitalizzazione del Paese non sta proseguendo come sperato e le Telco hanno sottolineato ad Infratel la loro intenzione di ridurre gli investimenti per l’espansione delle infrastrutture di nuova generazione basate sulla fibra ottica. Una frenata causata con buona approssimazione dall’incertezza sull’arrivo di tutti i fondi promessi da parte del Governo che sul capitolo della banda larga continua a tentennare.
A salvare il digitale italiano in forte ritardo sul resto dell’Europa, l’ENEL che a metà novembre presenterà a Metroweb, Governo, Agcom e Authority per l’energia il suo piano infrastrutturale per la banda ultra larga. L’idea che sta alla base di questo piano è molto “furba” e prevede di sfruttare la sostituzione dei contatori, prevista per la metà del 2016, per far passare assieme ai cavi elettrici anche la fibra ottica che potrà essere sfruttata dagli operatori per fornire connettività a banda ultra larga direttamente nelle case senza dover effettuare costose implementazioni in ogni casa o condominio. Un progetto che permetterebbe di abbattere i costi di posa di 4 volte e che garantirebbe parità a tutti gli operatori visto che tutti ne potrebbero avere l’accesso.
Il progetto sarà, quindi presentato da Francesco Storace, guida di ENEL, tra poche settimane e sarà il frutto di consultazioni e tavoli tecnici realizzati assieme a molti operatori ed aziende del settore tra cui Telecom Italia, Wind, Vodafone e Fastweb.
ENEL, come noto, non punta a diventare operatore, ma curerà solo l’opera infrastrutturale. Ovviamente, gli operatori per poter accedere alla rete in fibra ottica dell’azienda elettrica saranno chiamati a pagare un mini canone che sarà stabilito da AGCOM. Costi che sicuramente saranno anche oggetto di trattative per portare in essere questo progetto che ad oggi sembra davvero l’unica strada percorribile per portare fuori dal medioevo digitale l’Italia.