Google ha lanciato nelle Filippine un nuovo servizio, denominato Free Zone, per consentire ai possessori di telefoni dotati di accesso ad Internet, ma con funzionalità limitate (i cosiddetti feature phone), di utilizzare alcuni prodotti (motore di ricerca, Gmail e Google+) mediante il dominio g.co/freezone. Il servizio è stato sviluppato in collaborazione con il provider telefonico locale Globe Telecom. Nei prossimi mesi potrebbe essere esteso ad altri paesi in via di sviluppo.
Dopo aver effettuato il login all’account Google, gli utenti possono navigare gratuitamente in tutti i siti web elencati nei risultati della ricerca. Se però viene cliccato un link ad una pagina esterna o inviato un allegato di posta elettronica, un avviso suggerirà di sottoscrivere un piano dati con l’operatore mobile.
AbdelKarim Mardini, product manager di Google ha dichiarato:
Il servizio è destinato al prossimo miliardo di utenti, molti dei quali risiedono nei paesi emergenti e hanno incontrato Internet per la prima volta su un telefono cellulare, senza mai possedere un PC.
Google e Globe Telecom sperano che l’offerta di un certo numero di servizi gratuiti convincano gli utenti dei feature phone ad utilizzare il proprio cellulare anche su Internet. Ovviamente entrambe le aziende ottengono dei profitti da questa iniziativa. Google, ad esempio, incrementerà i guadagni derivanti dalle inserzioni pubblicitarie grazie all’aumento dei visitatori. Il motore di ricerca, Gmail e Google+ sono stati ottimizzati per la visualizzazione su terminali poco potenti, ma è comunque possibile effettuare l’accesso mediante gli smartphone modificando il valore dell’APN per evitare l’addebito dei costi di connessione.
Nel sudest asiatico le vendite di smartphone crescono molto velocemente, ma la diffusione dei feature phone supera ancora quella dei “fratelli maggiori”. Nelle Filippine, nonostante il tasso di crescita sia triplicato negli ultimi 12 mesi, gli smartphone rappresentano solo il 24% del totale dei cellulari venduti. La chimera del “gratis”, però, potrebbe calamitare utenza attorno ai servizi Google, educando così l’utenza ai primi passi ad identificare in Mountain View un punto di riferimento fondamentale.