Due nuovi siti Web cadono sotto i colpi delle autorità a seguito delle verifiche relative ad attività irregolari che hanno portato al fermo dei server e delle attività. «A cadere sotto la scure del Giudice delle indagini preliminari di Milano, Enrico Manzi», spiega l’avv. Fulvio Sarzana sul proprio blog, «sono questa volta i maggiori portali di condivisione di film e opere televisive italiani, nella fattispecie i siti film-italia.com e locandinehits.com».
E continua: «Dalle indagini compiute dal nucleo di polizia postale di Milano è emerso che il primo dei portali citati nel provvedimento di sequestro riceveva sino a 135 mila visite al giorno e un numero “stratosferico” di visualizzazioni, per la precisione 1.525.629.593». Sulla base di questi numeri è maturata la necessità di verificare la regolarità delle attività portate avanti: ai siti è contestata la distribuzione di opere coperte da diritto d’autore, in particolare opere cinematografiche inserite all’interno di un vero e proprio catalogo disponibile online.
Agli Internet Service Provider italiani è stato intimato il blocco dei siti in questione, imponendo un filtro a livello di DNS per impedire che l’utenza possa facilmente avervi accesso (vincolo però estremamente semplice da aggirare ed agli effetti del tutto inefficace per il raggiungimento delle finalità preposte). Ma il blocco dei server non è l’unica strategia posta in essere per combattere il malaffare dello streaming illegale, in quanto vi sarebbe nel caso specifico una nota peculiare:
Il GIP ha infatti disposto il sequestro dei conti correnti a cui si è arrivati a quanto sembra dal provvedimento di sequestro, individuando i proventi pubblicitari presenti sul web ( non quantificati peraltro nel provvedimento), dei presunti responsabili della violazione della legge sul diritto d’autore.
“Follow the money”: «Le indagini vengono sempre più incentrate sulla ricerca delle tracce economiche del compimento del reato, anche quando tali tracce non si riferiscano direttamente alla violazione del diritto d’autore, ma alle attività pubblicitarie (spesso di modesta entità) svolte dai portali stessi».