Dalla digitalizzazione iniziata alla fine degli anni ’90, la musica è stata vista come la vittima sacrificale dell’evoluzione di Internet. Si è parlato spesso di pirateria, di filesharing illegale, si sono manifestate azioni legali di grandissimo impatto, come la recentissima che ha coinvolto Megaupload. Ma, stando a un comunicato stampa diffuso da FIMI, la musica ha comunque un ruolo centrale nello sviluppo tecnologico, soprattutto per quanto riguarda il mercato italiano.
In tutto il mondo, infatti, i brani digitali hanno superato i 5 miliardi di fatturato, rappresentando così il 32% di tutti i ricavi della distribuzione online di contenuti. Una cifra che è destinata a crescere, considerato come in paesi come Corea e Stati Uniti si sia già infranta l’incredibile soglia del 50%. Un risultato in controtendenza rispetto agli allarmi della pirateria, che spesso hanno fatto gridare all’imminente morte della discografia internazionale.
Per l’Italia, un ruolo fondamentale nell’evoluzione del mercato di musica digitale lo avranno i nuovi device, come smartphone e tablet. Secondo uno studio commissionato da FIMI-Confindustria, infatti, saranno proprio gli schermi di telefonini e tavolette interattive a diventare il canale primario di fruizione di tracce audio, con anche interventi volti in questa direzione con il miglioramento delle reti mobili e specifici accordi con gli operatori telefonici.
Sulla base delle ricerche condotte dal Politecnico di Milano, dall’osservatorio di Between, da Nielsen e da ComScore, è apparso assolutamente evidente come sarà il mobile il settore su cui puntate. In Italia, infatti, vi sono 95 milioni di SIM attive, con oltre 48 milioni di utenti a costituire un bacino potenziale di fruitori di musica. Durante lo scorso 2011, di questi utenti il 43% ha regolarmente utilizzato i nuovi device per navigare il Web, con in vetta gli utilizzatori di smartphone seguiti a ruota dagli amanti dei tablet. Molti di costoro hanno anche effettuati numerosi acquisti online, quindi FIMI ritiene che per il futuro si debba scommettere e investire sul mobile payment. E ovviamente sui social network, dove ogni giorno l’80% di questi utenti risulta attivo.
Attenzione anche alle nuove modalità di fruizione, come lo streaming: gli italiani vi ricorrono di più rispetto ad americani e inglesi, con percentuali rispettive di 54, 40 e 45%. Una tendenza confermata anche dal portale Deezer, che ha sottolineato non solo un boom di nuovi abbonati dallo Stivale, ma anche la crescita inarrestabile dello streaming via piattaforma mobile.