La filosofia dei nuovi siti di P2P landing, ovvero il prestito remunerato tra privati a un tasso inferiore a quello di mercato, sta spopolando tra gli utenti della rete e non solo.
Negli ultimi tempi, infatti, gli investitori sempre meno si fidano delle banche, dei prodotti finanziari, dell’altalenante borsa e sta volgendo grande interesse all’investimento del proprio capitale in siti che mediano tra chi offre e chi chiede denaro.
Chi investe in questi siti lo fa sia per un desiderio di un buon rendimento e sia per una finalità sociale nell’impiego del proprio capitale. Se poi a questo aggiungiamo la linearità e la trasparenza delle procedure è davvero il massimo.
Per i richiedenti invece, c’è la possibilità di ottenere la somma richiesta perché i siti di peertopeer lending, come Boober e Zopa, si basano sulla fiducia mentre una banca non può permetterselo, ha bisogno di garanzie.
Il beneficiario del prestito, infatti, può avere un lavoro dipendente (anche a tempo determinato o contratto di formazione), autonomo, atipico o da pensione.
Come reagiranno le banche di fronte al fenomeno del social landing?
Intanto vi lascio con questo video di Webnews.it che spiega il fenomeno.
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