L’era dei CD musicali è ormai agli sgoccioli. E la colpa non è unicamente dell’affermazione dei formati immateriali, dalla nuvola allo streaming, ma anche e soprattutto della trionfale resurrezione dei vinili. Lo si deduce da una recente scelta del colosso Best Buy, catena di grandi centri commerciali a stelle e strisce, pronto ad abbandonare la vendita di CD a partire dal prossimo luglio.
La decisione pare sia irremovibile, così come sottolineato dalla testata Billboard. Secondo quanto reso noto, il continuo calo nella vendita di CD avrebbe spinto Best Buy ad abbandonare il formato, eliminando questo supporto ottico dagli scaffali a partire dal prossimo luglio. Al posto dei compact disc, verrà invece rinverdita la sezione vinili, con anche promozioni speciali per l’acquisto combinato tra giradischi e 33 oppure 45 giri. Nemmeno il terreno del microsolco, tuttavia, appare completamente stabile: il gruppo si impegnerà a rendere disponibili dischi per i prossimi due anni e, al termine di questo periodo, valuterà se sia conveniente proseguire nella distribuzione o cessarne la vendita.
A quanto pare, il mercato statunitense dei CD sarebbe sceso nel 2017 del 18.5% rispetto all’anno precedente, un dato molto preoccupante in considerazione delle vendite totali già esigue su base annua. Best Buy, infatti, ricava solamente 40 milioni di dollari dalla vendita di supporti ottici: una cifra che, raffrontata all’enorme giro d’affari della catena, risulterebbe troppo esigua per giustificare ulteriori investimenti.
Non è però tutto poiché, oltre a Best Buy, anche il rivale Target sarebbe pronto ad avviarsi sulla stessa strada. Sempre come riferisce Billboard, il gruppo starebbe pensando alla riduzione della vendita dei CD già dal prossimo mese, adottando un nuovo modello di distribuzione. Anziché pagare in anticipo le case discografiche per riempire gli inventari, Target starebbe prendendo accordi per corrispondere solo le copie effettivamente vendute, un fatto che indirettamente dovrebbe determinare una sparizione evidente degli esemplari sugli scaffali. Già da anni, comunque, il colosso ha provveduto a un ridimensionamento dei CD disponibili: all’inizio degli anni 2000 ogni store aveva a disposizione tra gli 800 e i 1.000 titoli, oggi sono solo un centinaio per esercizio. Nel dettaglio, l’azienda guadagnerebbe unicamente dalle grandi hit, quali ad esempio le 500.000 copie piazzate di “Reputation” di Taylor Swift, mentre non riuscirebbe a raggiungere grandi risultati da album meno orientati alle classifiche.