Una notizia che si impone a suon di numeri: Fiorello non è più su Twitter. Account cancellato, d’ora innanzi è silenzio. Lo show-man ha abbandonato definitivamente i cinguettii, ha terminato la propria cavalcata trionfale fatta di follower e hashtag e si appresta a vivere nuove avventure.
Di per sé è una notizia-non-notizia, che fa scalpore solo nella dimensione relativa dello show-business dal baricentro tipicamente televisivo. Ma è altresì una notizia che fa riflettere, che impone di rileggere a posteriori quello che è stato il legame tra il personaggio ed il social network.
Fiorello ha cinguettato per tempo con grande successo, il successo che la notorietà del personaggio ha consentito di traslare anche su un luogo ameno e per molti sconosciuto come quello del fratello minore di Facebook. Forse è più quel che Twitter ha guadagnato con Fiorello che non viceversa, però. Twitter in Italia è costituito da un manipolo di utenti persi nella massa dei Facebook-user, con pochi personaggi noti a fungere da traino per motivi di immagine pubblica. Ma la forza di Twitter è per molti versi ereditata da altri media, assorbita dalle dinamiche dello star system e canticchiata al ritmo di battute da 140 caratteri.
Fiorello ha cinguettato finché gli è servito. Ha cinguettato perché uno show-man è in grado di apparire in tv, calpestare un palcoscenico teatrale, parlare in radio ed intrattenere migliaia di follower su di un social network. Fiorello ha dimostrato che anche su Twitter sapeva comunicare ed ha instaurato dinamiche virtuose tra le sue varie apparizioni: ha portato Twitter in tv ed il popolo della tv su Twitter, ha dato vita ai personaggi dell’edicola mattutina ed ha impreziosito la propria carriera con una nuova ed ulteriore vittoria personale.
Poi la chiusura, improvvisa. Centinaia di migliaia di follower non leggeranno più le sue avventure. Se ne accorgeranno? Probabilmente no: si diventa follower cliccando un pulsante, ma si è follower soltanto se si vive quotidianamente il social network. E se sono in molti in grado di iscriversi e diventare follower, pochi sono invece coloro i quali fanno di Twitter la propria espressione sociale quotidiana (così come avviene invece ad esempio su Facebook).
Se Fiorello lascia Twitter, insomma, è soprattutto quest’ultimo a doversi preoccupare. Centinaia di migliaia di follower sono infatti pronti a saltare in un attimo su Faceskin (il nuovo social network firmato Cecchetto), perché non è lo strumento a fare la differenza, ma il personaggio. Chi vuol seguire Fiorello, lo seguirà tanto su un display, quanto su una radio, tanto in rima quanto a battute da 140 caratteri.
Fiorello ha vinto. Twitter no.