Una settimana fa nasceva il nuovo Safari 3.0 e per la prima volta il browser che fino al giorno prima era un privilegio per utenti Mac diventa di pubblico dominio: la versione per Windows è annunciata al WWDC e nel giro di poche ore 1 milione di download era già stato avviato. Più in fretta si sale, però, più pesantemente si cade: nelle stesse ore una moltitudine di vulnerabilità è stata scoperta nel browser e da più parti è giunto il pollice verso per una release che avrebbe dovuto rimanere ai box ancora per un po’ (tanto che la 3.0.1 è stata immediatamente rilasciata per mettere una pezza almeno ai problemi più gravi ed evidenti).
A distanza di una settimana giunge una nuova pesante bocciatura a Safari. La firma è quella di John Lilly, chief operating officer Mozilla. Ed è una bocciatura, prima ancora che tecnica, di principio: l’idea stessa di portare Safari su Windows è vista negativamente e le ambizioni palesate sono respinte con fermezza. Il tutto in un equilibrio di competizioni e cooperazioni di difficile lettura ma di importanza determinante.
Ciò che non è andato assolutamente giù a John Lilly è una slide del keynote di Steve Jobs (keynote particolarmente sfortunato: in molti lo hanno etichettato come il meno “wow” della serie, ed ora arrivano anche le critiche specifiche di Mozilla).
Le ambizioni Safari nel keynote di Jobs
Jobs ha reso manifeste le proprie previsioni per il futuro: Safari sostituirà in toto Firefox scalzandolo dal mercato e andando ad occupare quel 22% che Internet Explorer ancora non ha fatto proprio. Nella seconda slide, in particolare, vige una situazione di totale duopolio: Explorer conferma la propria leadership, Apple si mangia la fetta restante, Firefox scompare. Anni di innovazione bruciati in 5 minuti di beta: Jobs pensa in grande e lo dice chiaramente, senza mezzi termini («Well we dream big. We would love for Safari’s marketshare to grow substantially. That’s what we’d love»).
«Fantastico!», commenta John Lilly: «immaginate un mondo in cui l’accesso al web sia controllato da sole due aziende – e perchè no, le due aziende che dominano il mondo dei sistemi operativi». Secondo Lilly non c’è superficialità nella slide, non c’è errore, non c’è omissione: Jobs vuole esplicitamente scalzare Firefox e la slide è una esplicita dichiarazione di guerra. Però, spiega il COO Mozilla, la realtà del Moscone Center è «distorta» ed in verità il destino porta i numeri in tutt’altro posto.
Lilly sottolinea il fatto che Wikipedia, Creative Commons, Linux e Firefox siano tutte espressioni di un nuovo vento che spira sul web anche se a Cupertino nessuno se ne accorge. Il suo intervento, però, non vuole essere dissacrante: Safari sia il benvenuto e, anzi, ne viene auspicata una solerte versione per Linux. Quello che Lilly respinge è l’idea del duopolio che da fin troppo tempo Gates e Jobs hanno animato a loro favore soffocando ogni ipotesi alternativa.
Sarebbe interessante sapere cosa se ne pensa a Mountain View di tutto ciò. Google oggi porta YouTube sulla Apple Tv e nel contempo finanzia le attività Firefox con forti partnership che in passato avevano fatto pensare ad un prossimo Google Browser eretto sulle basi proprie di Mozilla. Nulla s’è mai avverato, Google ha mai fatto il passo decisivo e le due anime son rimaste sempre separate. Vicine, ma separate. Sarà interessante capire come si posizionerà Safari in questo contesto, sarà interessante capire come Google vorrà posizionarsi in questa contesa/non-contesa, sarà interessante capire in che misura il vecchio duopolio Redmond/Cupertino tenterà di imporsi nuovamente sul mercato.
In un secondo post Lilly spegne comunque l’incendio ed abbassa i toni. Per Apple solo elogi, mentre sul duopolio il boccone rimane difficile da mandare giù. Abbiamo pertanto chiesto un parere personale a Giuliano Masseroni, Presidente dell’Associazione Italiana Supporto e Traduzione Mozilla, il quale offre un ulteriore contributo per placare l’improvvisa disputa: «ho letto con molta attenzione ciò che John Lily scrive nell’articolo in questione del suo blog e sinceramente non mi trovo d’accordo con le sue valutazioni […] sono del parere che Apple abbia scelto di rilasciare Safari per Windows (a proposito, ora mi aspetto anche Safari per Linux!) spinta dalla volontà di ampliare al massimo le possibilità di mercato di iPhone […] Con questa mossa infatti buona parte dei test potrà esser fatta direttamente al PC per poi (se necessario) passare al telefono solo per le ultime verifiche. Senza questo “escamotage” Apple avrebbe potuto trovarsi tra le mani una grossa bomba pronta ad esplodere; è facile infatti immaginare lo scontento che si sarebbe potuto creare tra chi, avendo acquistato a caro prezzo un iPhone, si fosse ad un certo punto reso conto che un gran numero dei siti che vistava e delle applicazioni web che voleva usare con Safari era del tutto o parzialmente inaccessibile a causa del diverso rendering del browser […] Insomma, per concludere, non è tutto oro quel che luccica e sono certo che a mente fredda si Lily renderà conto di poter dormire sonni tranquilli ancora a lungo prima di doversi davvero preoccupare della concorrenza di Safari su Windows (e su Linux?)».
Una cosa è certa: chi prevedeva un periodo di stallo per l’infinita guerra dei browser si prepari a vivere una nuova puntata della serie. Gli ingredienti per un proseguimento piccante non mancano. Lilly vuole iniziare da protagonista e lancia la sfida: un mondo con soli due browser? «Io non ci scommetterei».