La Camera ha approvato il disegno di legge di delega al governo per interventi in materia fiscale. Un testo molto complesso, che contiene al suo interno molte future disposizioni sul fisco che certamente interessano tutti gli italiani – a partire dalle nuove tasse che sostituiranno quelle vecchie – ma che riguarda anche chi, di tasse, ne paga poche e potrebbe presto pagarne di più. Nell’articolo 9 del testo, infatti, era presente anche la lettera “h”, l’emendamento dedicato ai colossi della Rete. La norma è passata con voto largo, 443 favorevoli e soltanto 3 contrari.
Il deputato primo firmatario dell’idea, Ernesto Carbone (PD), l’aveva preannunciato: passerà senz’altro. La sua proposta, per quanto provocatoria, ora ha una base tecnica sulla quale palazzo Chigi potrà operare.
Con 443 voti favorevoli e 3 contrari è stato approvato l'art.9 ddl fiscale contenente la mia proposta di tassazione delle web company
— Ernesto Carbone (@ernestocarbone) September 24, 2013
Ovviamente dal voto in aula al lavoro del governo Letta, delegato a prendere decisioni operative, passerà del tempo e non è escluso che questo principio possa sparire, essere calmierato, finire in un provvedimento ad hoc oppure entro una legge più grande. La presa di posizione di principio, però, è stato un successo, fin qui, e il clima politico porta a pensare che potrebbe attecchire.
I tempi per una eventuale legge sono difficili da prevedere. Il governo potrebbe (ed è probabile) chiedere un supplemento di tempo per studiare la materia. Il principio appena votato immagina uno studio di settore per queste società e una diversa e maggiore tassazione. Quindi si potrebbe procedere anche con delle audizioni da parte degli stakeholders prima di ogni decisione.
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