I fitness tracker sono i dispositivi indossabili più popolari tra gli utenti, in quanto consentono il monitoraggio di numerosi parametri durante l’attività fisica. Una ricerca commissionata negli Stati Uniti da uno studio legale ha tuttavia dimostrato che i Fitbit Charge HR e Surge non registrano correttamente la frequenza cardiaca. In caso di valori inferiori a quelli reali, ciò potrebbe causare un serio pericolo per la salute.
I test sui fitness tracker di Fitbit sono stati effettuati dalla California State Polytechnic University. Sebbene il campione di persone che hanno indossato i dispositivi sia poco rappresentativo (22 uomini e 21 donne), i risultati sono paragonabili a quelli ottenuti da uno studio precedente. Dopo vari esercizi fisici durati 65 minuti, i ricercatori dell’università californiana hanno confermato che i sensori integrati nei Charge HR e Surge sono molto imprecisi. Il numero di battiti cardiaci risulta fino a 25 bpm inferiore a quello di uno Zephyr BioHarness, considerato tra i migliori cardiofrequenzimetri sul mercato.
Secondo lo studio legale, i Fitbit Charge HR e Surge registrano valori errati durante esercizi con intensità moderata e alta. I due fitness tracker non sono ovviamente dispositivi medici, ma il margine d’errore è superiore a quello accettabile. In alcuni casi non hanno rilevano nessun battito cardiaco. Se i gadget registrano una frequenza superiore, non ci sono particolari conseguenze per gli atleti. Se invece registrano una frequenza fino a 25 bpm inferiore, c’è il rischio di causare un infarto. Per questo motivo, alcuni utenti hanno avviato una class action per frode contro Fitbit.
L’azienda di San Francisco ha replicato alle accuse, affermando che lo studio non ha nessuna valenza scientifica, in quanto è stato utilizzato un elettrocardiografo consumer (non un dispositivo medico) ed è basato su metodologie errate. Fitbit ha impiegato tre anni per sviluppare la tecnologia PurePulse e continua ad effettuare test per migliorare i suoi prodotti.